C’è una miriade di segnali che nascondono un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione. Li chiamano Dna, e ogni genitore dovrebbe essere in grado di distinguerli per aiutare al meglio i propri figli. Gli esperti indicano tra questi l’abitudine di mangiare di nascosto oppure quella di nascondono il cibo. Spesso i ragazzi mostrano cambiamenti nelle abitudini alimentari che superficialmente ci possono sembrare banali. Ad esempio: tagliano il cibo in piccoli pezzi o lo spostano nel piatto; saltano i pasti; diventano maniacali nella preparazione del cibo ed evitano interi gruppi di alimenti; mostrano segni indiretti di condotte compensatorie, come chiudersi in bagno in particolare dopo i pasti; manifestano fluttuazioni del tono dell’umore e alterazioni del sonno, aumentano l’attività fisica.
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Le stime dicono che più di tre milioni di italiani soffrono di Dna, oltre il 5% della popolazione, e tra questi soffrono di anoressia o bulimia. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio Aba e Istat. «Un fenomeno sempre più in aumento», scrivono in un dossier del ministero della Salute: ben l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi e, a livello mondiale, decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano sempre di più, ogni anno. La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio soprattutto tra i giovanissimi, le ragazze in particolare tra gli 11-12 e i 15 anni, e in alcuni casi, anche prima verso gli 8-9 anni. Lo ricorda la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia).
«I disturbi della nutrizione e alimentazione», spiega Elisa Fazzi, presidente Sinpia, rappresentano un gruppo eterogeneo e variegato di condizioni che includono quadri più tipici della prima infanzia, fino a quadri più chiaramente caratterizzanti l’adolescenza e giovane età adulta. Il tasso di co-occorrenza con altre condizioni psichiatriche appare alto e spesso risulta complesso distinguere una linea di confine tra le manifestazioni di differenti disturbi, soprattutto in riferimento ai quadri legati ad un neurosviluppo atipico. E’ fondamentale che le ragazze e i ragazzi possano essere seguiti da un’équipe multidisciplinare dedicata che includa diverse figure professionali con formazione specifica per l’età evolutiva. Ciò a cui auspichiamo è che l’intervento debba essere precoce, personalizzato e adeguato al livello di intensità necessario alla gravità della condizione e centrato sulla specificità unica dell’età evolutiva».