Torre del Greco. Fino a oggi – salvo rare eccezioni – aveva mantenuto un «algido distacco» dall’operato della coalizione sostenuta alle elezioni del 2023, in cui sarebbe rappresentato da Valentina Ascione, nata e cresciuta politicamente nella storica sezione di Torre Civica. Ma lo «spettacolo» del consiglio comunale monotematico sul crollo di corso Umberto ha convinto l’ex sindaco Valerio Ciavolino a rompere il silenzio sul suo successore Luigi Mennella e sulla sua squadra di governo cittadino: un affondo, destinato a inevitabili ripercussioni sugli equilibri della maggioranza già «minacciati» dalle recenti querelle tra M5S e Pd. «L’ultima seduta dell’assise – la premessa dell’erede dell’indimenticato Mario Auricchio – si è trasformata in un palcoscenico di autocelebrazione e difesa personale, lontano anni luce dalle reali esigenze delle famiglie di corso Umberto. Anziché affrontare con serietà e concretezza questa tragedia, abbiamo assistito a una sfilata di dichiarazioni autoreferenziali, utili solo a piantare bandierine politiche e a giustificare l’ingiustificabile». Parole accompagnate da una netta presa di distanze da chi, in teoria, dovrebbe portare gli ideali della civica «Ciavolino per Torre». «Personalmente, mi dissocio con fermezza da questa logica servile e opportunistica – il «benservito» a Valentina Ascione, seppure mai nominata dell’ex enfant prodige di Forza Italia – Prendo le distanze da chi, affascinato dal potere, oggi è solo capace di parlare in modo peraltro maldestro con discorsi preconfezionati da qualcuno».
Gestione inaccettabile
Nel merito, Valerio Ciavolino non usa mezzi termini per definire la gestione della crisi post-crollo da parte dell’amministrazione comunale: «Ho trovato sconcertante l’affermazione secondo cui sarebbe stato “fatto più del dovuto” – sottolinea l’ex sindaco -. Un’affermazione grave e inaccettabile, perché quando si usano fondi pubblici in modo improprio, “il fare più del dovuto” significa generare un potenziale danno erariale Secondo la minoranza sarebbero stati spesi 2,5 milioni di euro per alloggiare le famiglie in hotel, senza una soluzione definitiva al problema abitativo. Il contributo per il disagio abitativo doveva essere un sostegno temporaneo, non un palliativo dispendioso. Si continua a spendere senza una reale programmazione, mentre le casse pubbliche si svuotano e i cittadini ne pagano le conseguenze».
Il «balletto» in procura
Inevitabile, poi, una riflessione sull’anomalo «equivoco» con la procura di Torre Annunziata: «Non bastasse questa gestione disastrosa – prosegue Valerio Ciavolino – si è addirittura arrivati a incolpare in maniera ingiustificata la Procura di Torre Annunziata per il ritardo della riapertura di Corso Umberto. Accuse duramente respinte al mittente dal procuratore capo Nunzio Fragliasso mettendo di fatto in ridicolo il sindaco di Torre del Greco e l’intera amministrazione comunale».
Basta ai teatrini
Infine, l’atto d’accusa a Luigi Mennella: «Siamo di fronte all’ennesima gestione superficiale di un’emergenza cittadina – conclude Valerio Ciavolino -. Mentre qualcuno conta i gettoni di presenza, le famiglie sfollate e i commercianti di corso Umberto affrontano un’odissea senza fine. È tempo di agire. La politica non è un album di selfie né la riscoperta improvvisata di vecchie iniziative del passato. Governare significa pianificare, prendere decisioni coraggiose e lavorare con responsabilità. L’azione amministrativa si misura dai fatti:, dagli atti concreti, dalle soluzioni reali. Bisogna trovare soluzioni e non solo pericolosi palliativi; si potrebbe, a titolo di esempio, pensare di reintrodurre “fondi di rotazione” per le vittime del crollo e per i commercianti danneggiati da una situazione kafkiana. Noi siamo vicini alla gente, anche se provano (invano) a imbavagliarci». Parole dal sapore dell’addio all’alleato dell’ultima campagna elettorale per un matrimonio politico durato – a causa dei risultati registrati dalla coalizione di palazzo Baronale – meno di due anni.
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