Non c’erano soltanto i rapporti con il capoclan Rosario Giugliano, detto o’ minorenne, nell’amministrazione di Poggiomarino c’era chi aveva avuto contatti anche con Antonio Giugliano, detto’ o savariello, e storico boss della camorra cittadina, rivale proprio dello storico killer di Pasquale Galasso. è un dettaglio inquietante quello che emerge dal processo che vede imputati i vertici dell’ex amministrazione comunale, la squadra di governo di centrodestra che si è dissolta dopo gli arresti dell’ottobre scorso. Il dibattimento sui legami tra la politica e la criminalità organizzata, davanti ai giudici del tribunale di Torre Annunziata, entra nel vivo dopo una prima battuta d’arresto nelle fasi iniziali. Ieri mattina il pubblico ministero Giuseppe Visone ha depositato una perizia, un documento utile a «tratteggiare» il quadro in cui i politici di Poggiomarino agivano sul territorio. Dagli incartamenti depositati agli atti del processo sono emerse conversazioni di esponenti della politica locale con il luogotenente del clan Fabbrocino nella città di Longola, tra l’altro finito in manette a fine novembre scorso – un mese dopo gli arresti dei politici – nell’ambito di un’indagine sulle estorsioni alle imprese perché bloccato dalle forze dell’ordine mentre intascava 4500 euro da un imprenditore di Striano. Ma questa è un‘altra vicenda. Quella che invece riguarda i politici di Poggiomarino punta dritto sui rapporti tra gli esponenti della criminalità organizzata e chi aveva un ruolo nelle istituzioni. Tre gli imputati eccellenti che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario: si tratta dell’ex sindaco Maurizio Falanga (difeso dagli avvocati Viserta e Botti), l’ex vicesindaco Luigi Belcuore (difeso dagli avvocati Romano e Sica) e già rappresentante dell’Esercito Italiano e l’imprenditore-faccendiere, nonché fratello di un ex assessore dell’ultima giunta politica, Franco Carillo (difeso dall’avvocato Annunziata). Loro tre, insieme al boss Rosario Giugliano, sono stati coinvolti a fine ottobre scorso nello tsunami politico-giudiziario che ha avuto effetti devastanti in municipio: subito dopo gli arresti i vertici del Comune sono stati sospesi ed è arrivato un commissario straordinario, con la conferma delle misure cautelari poi sono arrivate le dimissioni irrevocabili del primo cittadino. Successivamente in municipio, proprio a seguito delle ombre sollevate dall’inchiesta di ottobre scorso, è arrivata a piazza De Marinis anche la commissione d’accesso inviata dalla prefettura e chiamata a far luce sul rischio infiltrazioni della camorra negli uffici comunali. Restando ai protagonisti di questa vicenda, capace di far tremare i polsi e gettare ulteriore discredito sulla classe politica poggiomarinese, l’altro personaggio finito sotto la lente di ingrandimento dell’Antimafia è Rosario Giugliano. Le sue dichiarazioni, come quelle di altri pentiti, nonché le prove raccolte attraverso le microspie piazzate anche nell’abitazione del boss, sono state fondamentali per ricostruire l’intera vicenda. Rosario Giugliano ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e per lui è già arrivata una richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi. Un verdetto che potrebbe arrivare già la prossima settimana, mentre l’udienza per i tre politici coinvolti nello scandalo è fissata per il 24 marzo.
In foto l'ex vicesindaco Luigi Belcuore, l'ex sindaco Maurizio Falanga e l'imprenditore-faccendiere Franco Carillo
CRONACA
7 marzo 2025
Scandalo politica e camorra a Poggiomarino, l’amministrazione aveva contatti anche con il boss o’ Savariello