Nocera Inferiore. Sono 700 i capi d’accusa per circa 500 persone accusati di avere conseguito (falsi) diplomi per docenti e operatori scolastici. Provengono da ogni parte d’Italia, ma la maggior parte degli imputati è della Campania (una sessantina dell’Agro e un centinaio dal resto della provincia di Salerno). Erano finiti a processo tutti su decisione del gup di Vallo della Lucania e proprio perchè gli imputati sono tanti era stato necessario celebrare le varie fasi dell’udienza presso l’aula bunker del tribunale di Salerno. Che sarà la sede unica da settembre proprio per questioni di spazi. Una ventina furono i prosciolti mentre 42 avevano patteggiato con pene dagli 8 mesi ai due anni.
Le indagini, portate a termine dai carabinieri erano partite dopo una segnalazione dell’ufficio scolastico regionale che aveva notato, per l’assunzione in ruolo nel 2018, la presentazione da parte di numerosi docenti di titoli di studio datati ma mai presentati in nessuna procedura concorsuale precedente. È così che gli inquirenti decisero di indagare, scoprendo oltre 400 i diplomi falsi. Collaboratori esterni e intermediari – stando alle accuse – avrebbero definito e promesso il pagamento anche di 4.000 euro per il rilascio di un falso diploma.
Dalle indagini era emerso che una 50enne di Pagani riuscì a ottenere prima una messa a disposizione in una scuola (la cosiddetta Mad), presentando un diploma falso, ottenendo l’incarico di supplenza e percependo una retribuzione di circa 40mila euro. Poi, con la stessa documentazione ottenne incarico su posto di sostegno in un concorso straordinario, venendo assunta e conseguendo retribuzione per il periodo interessato, pari a 23mila euro.
Una donna di Nocera Inferiore – ora residente residente in Friuli – ottenne un posto come bidella in una scuola, presentando due diplomi che – secondo le accuse – non sarebbero mai stati conseguiti. Agli investigatori spiegò di aver conseguito la qualifica professionale per operatore dei servizi di ristorazione e, in aggiunta, un secondo diploma. I due titoli (come per altri imputati) gli sono stati invalidati.
Lo stesso avvenne per una 45enne di Sarno, che riuscì a lavorare in un scuola in provincia di Varese, con un titolo falso, per almeno due anni. Capitava però che altri indagati, invece, riuscissero a ottenere supplenze, nel giro di due anni, anche in sei o sette istituti. All’origine erano una settantina i coinvolti che hanno residenza nell’Agro nocerino (le posizioni di una decina sono state archiviate), altre risiedono nelle province di Napoli, Salerno, Avellino (circa una ventina), Benevento, Caserta, così come da comuni del Nord Italia.
Intanto a Forlì una 44enne nocerina processata per falso ideologico, per aver attestato nell’istanza per l’inserimento nelle graduatorie per personale Ata, di possedere la qualifica di operatore dei servizi ristorativi settore cucina, il tribunale della città romagnola la assolse. La donna aveva conseguito il diploma presso un istituto a San Marco di Castellabate, finito poi al centro di un’inchiesta per aver rilasciato falsi attestati e diplomi.
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