Torre del Greco. Furono regalate dai legittimi proprietari al Comune a inizio aprile del 2016 e l’estate successiva furono acquisite dalla giunta all’epoca guidata dal sindaco Ciro Borriello al patrimonio dell’ente di palazzo Baronale, con l’obiettivo di realizzare un grande polmone verde a ridosso dell’ex orfanotrofio della Santissima Trinità.
Tuttavia – praticamente a distanza di nove anni – non solo il sogno è rimasto chiuso in qualche cassetto del municipio, ma i due appezzamenti di terreno donati da due famiglie alla collettività oggi risultano abbandonati al degrado. Con buona pace del piano di rilancio di una zona – compresa tra via Circonvallazione e via Martiri d’Africa – sprovvista di spazi all’aria aperta per i bambini della zona e non solo.
Come dicevamo, la storia affonda le proprie radici nell’aprile del 2016. Quando Maria, Angela, Rita e Pietro Sorrentino da un lato e Alessio e Maria Margherita Borriello dall’altro decisero di donare i rispettivi fondi di famiglia – proprio a ridosso del complesso monumentale riqualificato con i fondi del programma Più Europa – al Comune per realizzare un polmone verde al servizio della comunità. Un «regalo» accettato di buon grado dall’ente di largo Plebiscito, pronto a formalizzare l’acquisizione al patrimonio pubblico attraverso due distinti provvedimenti dell’esecutivo approvati tra il giugno e il novembre del 2016.
A distanza di un anno – a giugno del 2017 – il settore fiscalità e patrimonio individuò, attraverso una gara informale, il notaio a cui affidare il compito di procedere alla stipula dell’atto di donazione: un passaggio-chiave per prendere possesso dei terreni e poi eventualmente avviare i necessari interventi di bonifica per la trasformazione dei due fondi in aree verdi pubbliche.
Ma, complice qualche problema tecnico legato alle particelle catastali, la stipula non venne formalizzata in attesa della risoluzione delle anomalie riscontrate durante le verifiche di routine.
Problemi risolti dopo qualche anno, ma la «fumata bianca» non è bastata a riavviare l’iter per l’acquisizione dei due terreni. Così, a oggi, un’area dalle enormi potenzialità sociali e ambientali resta dimenticata dal Comune e abbandonata al degrado.
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