La requisitoria della Dda. Alla sbara il gotha del clan D'Alessandro
Ergastolo per il boss Paolo Carolei, e i killer Catello Romano e Antonio Lucchese, 32 anni di carcere in tutto per i collaboratori di giustizia Renato Cavaliere, 12 anni, Raffale Polito, 6 anni e Salvatore Belviso, 14 anni. Sono durissime le richieste dell’antimafia- sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta- al termine della requisitoria del processo che vede alla sbarra gli imputati accusati a vario titolo di quattro omicidi aggravati dal metodo mafioso, estorsione e tentata estorsione. Un procedimento che si sta tenendo di fronte al gip Federica De Bellis nata dall’inchiesta che ha fatto luce sui delitti di stampo camorristico del periodo che va dal novembre del 2008 al febbraio 2009 e su cui dietro c’era la regia del clan D’Alessandro. Una scia di sangue che è iniziata il 28 novembre, con il duplice omicidio di Federico Donnarumma, ammazzato per errore, e di Carmine D’Antuono, proseguita con quelli di Nunzio Mascolo e Antonio Vitiello e “terminata” con il delitto che ha per sempre segnato la storia di Castellammare, quello del consigliere dem Gino Tommasino. Per quest’ultimo omicidio i due mandanti- gli esecutori materiali sono già stati condannati con sentenze definitive- Vincenzo D’Alessandro e Sergio Mosca hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario con l’accusa che ieri mattina ha formalizzato in aula la richiesta di rinvio a giudizio che verrà valutata alla prossima udienza fissata per la metà di marzo. Intanto per gli altri imputati, che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, si è proceduto alle richiesta di condanna con le discussioni difensive che inizieranno il prossimo marzo. Il boss Paolo Carolei è accusato di essere il mandante del duplice omicidio D’Antuno- Donnarumma. Durante la requisitoria l’accusa ha sottolineato come il reale e unico obiettivo del clan fosse il solo Carmine D’Antuono, colonnello del clan Imparato, su cui, secondo la dda, c’era una condanna a morte da parte della cosca di Scanzano per la sua partecipazione alla strage delle terme dove morì Domenico D’Alessandro. Catello Romano è invece accusato di essere l’esecutore materiale del duplice omicidio e del delitto di Nunzio Mascolo. Antonio Lucchese è invece alla sbarra per l’aver partecipato all’omicdio di Antonio Vitiello, eseguito materialmente da Renato Cavaliere. Salvatore Belviso, insieme a Cavaliere a capo del gruppo di fuoco, è invece accusato di aver partecipato agli omicidi di Nunzio Mascolo, del duplice omicidio D’Antuno- Donnarumma, e di Antonio Vitiello. Polito è accusato di estorsione insieme ad Antonio Lucchese. L’inchiesta ha fatto luce sulle attività e le dinamiche interne del gruppo di fuoco formato da Salvatore Belviso, Renato Cavaliere e Raffaele Polito, oggi collaboratori di giustizia, e dall’allora 18enne Catello Romano. Un gruppo della morte che secondo l’accusa era diretto dal boss Vincenzo D’Alessandro che aveva l’ultima parola sui fatti di sangue. L’obiettivo dei sicari era quello di eliminare chi aveva tradito il clan