Su undici auto mediche a disposizione dei pronto soccorso l’Asl Napoli 3 sud ne utilizza solo quattro. Il motivo è molto semplice: la mancanza di medici nel reparto del pronto intervento nel 118. Si tratta di una delle professioni più usuranti tra quelle sanitarie: sempre in movimento, a contatto diretto con le persone in piena emergenza e logicamente più esposti al pericolo di aggressioni. Tutto ciò demotiva i medici a scegliere questo ambito, anche perché gli stipendi sono identici a chi lavora in reparti e settori più tranquilli, e di conseguenza mette in difficoltà l’Asl nell’arruolare nuovi camici bianchi. Nonostante i concorsi indetti, le aperture anche ai medici con ingresso “a gettone”, l’ospedale San Leonardo e il sistema di pronto soccorso rimane sempre con le stesse problematiche. Affluenza di pazienti altissima, oltre 100 al giorno, strutture inadeguate e obsolete e mancanza cronica di personale tra medici, infermieri e oss. Tornando alla questione delle auto mediche queste dovrebbero intervenire in accompagnamento all’ambulanza sui luoghi dove è richiesta. Un sistema che è cambiato nell’ottobre del 2023 per evitare interventi dove non è necessario l’operato di un medico, e per rendere più celeri le fasi di soccorso in codice rosso e per ridurre le attese. Dal giorno dell’approvazione della delibera infatti sulle 26 ambulanze a disposizione dell’Asl Napoli 3 sud non viaggiano più medici che invece girano a bordo delle auto mediche accompagnato da un autista soccorritore e da un infermiere professionale. L’ auto medica viene attivata dall’operatore della centrale operativa solo per i codici rossi. Il “codice rosso”, il più alto grado di emergenza, è attribuito dall’operatore, utilizzando le proprie conoscenze, e non quelle suggerite dal sistema informatico, ma viene applicato e condiviso dal medico di centrale, se presente. Il caso in cui è consentito l’invio dell’automedica senza avere la disponibilità dell’ambulanza è “l’arresto cardiaco testimoniato”. L’eventuale ricovero del paziente, in ogni caso viene deciso dal sanitario presente sull’automedica, così come l’eventuale accompagnamento del paziente in ambulanza. L’automedica inoltre è attivabile anche in caso di presunta richiesta di “Constatazione di decesso non testimoniata” ed in caso di richiesta da parte degli infermieri dell’ambulanza presenti su un target in codice rosso. Insomma l’intervento del medico rimane logicamente sempre essenziale peccato che però sugli 11 che dovrebbero essere garantiti a turno solo quattro postazioni vengono coperte. Già causa inevitabili ritardi nei soccorsi e negli interventi sul territorio. Un sistema insomma al collasso, come peraltro per il resto d’Italia, dove non si riesce a trovare una soluzione per creare le condizioni di un servizio soddisfacente per l’utenza. Va anche detto che le scelte del governo non stanno aiutando le Asl locali e logicamente quella del nostro territorio. L’Asl Napoli 3 sud è una delle più popolose d’Italia e ad oggi si trova, nella zona più calda, con un solo pronto soccorso, quello di Castellammare che da solo e con mancanze di personale deve gestire tutta l’utenza dell’area stabiese-torrese, dei vesuviani, della Penisola sorrentina e dei Monti Lattari.
CRONACA
23 febbraio 2025
Castellammare. Caos 118: su 11 auto mediche solo 4 sono in funzione