IL PROCESSO Torre del Greco, molestie alla studentessa dell'istituto nautico: chiesti 9 anni per il bidello
Torre del Greco. Pugno di ferro della procura di Torre Annunziata nei confronti dell’operatore scolastico accusato di violenza sessuale su una (ex) studentessa di 18 anni dell’istituto nautico. Durante l’ultima udienza dle processo in corso davanti al collegio presieduto dal giudice Antonio Fiorentino, infatti, il pubblico ministero Matteo De Micheli – a capo delle indagini scattate alla vigilia degli esami di maturità del 2024 – ha invocato una pena esemplare per l’operatore scolastico, attualmente detenuto in Sicilia nell’ambito di un’inchiesta a carico del clan Cavalieri-Gallo di Torre Annunziata: nove anni di reclusione per il (presunto) film dell’orrore andato in scena all’interno di uno sgabuzzino al piano terra della vecchia sede della scuola superiore, all’interno della villa comunale. Una richiesta a cui si è associato l’avvocato di parte civile, difensore degli interessi della vittima.
I prossimi step
Dal giorno dello scandalo fino all’udienza dello scorso novembre in aula, il bidello di Torre Annunziata ha sempre respinto le accuse della diciottenne e professato la propria innocenza. Durante la prossima udienza, fissata per fine febbraio, toccherà al legale dell’uomo – l’avvocato Giuseppe De Luca – provare a smontare il castello accusatorio costruito dagli investigatori e provare a «convincere» i magistrati dell’estraneità del proprio assistito ai fatti contestati dalla procura. Poi, a marzo, dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado.
La vittima in aula
Prima della requisitoria del pubblico ministero era stata la studentessa di 18 anni – già sottoposta a luglio del 2024 all’incidente probatorio per raccontare la propria versione dei fatti – a comparire in aula per ricostruire cosa avvenne pochi minuti prima delle (presunte) molestie nello stanzino degli attrezzi della scuola. In particolare, la vittima avrebbe chiarito cosa avvenne nel «vuoto» di circa 90 secondi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza dell’istituto nautico e acquisite agli atti del processo: immagini in cui sarebbe stato documentato l’avvicinamento della studentessa e dell’operatore scolastico allo sgabuzzino e poi – a distanza, appunto, di circa un minuto e mezzo – la fuga della vittima dallo stanzino degli attrezzi. La studentessa ha ribadito davanti ai magistrati di essersi appartata con il bidello solo per fumare una sigaretta, ma che – una volta chiusi nello sgabuzzino – l’uomo avrebbe allungato pericolosamente le mani. Una versione sempre negata dall’imputato, ma confermata da una serie di disperati messaggi inviati dalla diciottenne nell’immediatezza dei fatti. Una storia a tinte fosche che la procura punta a chiudere con una condanna di 9 anni per l’operatore scolastico accusato di violenza sessuale.
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