Castellammare. Carmine Barba, ras del clan D’Alessandro era accusato di essersi impossessato dell’appartamento di un commerciante, a cui voleva imporre di vendere la casa del quartiere Privati per appena mille euro. Per quella vicenda aveva incassato una pena a 6 anni e 6 mesi di reclusione, in primo grado e in Appello, ma nella giornata di ieri la Cassazione ha cancellato la sua condanna, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa (avvocato Antonio de Martino), che aveva puntato sull’insussistenza dei reati di estorsione e violenza privata. Una vicenda che risale a 7 anni fa quella che ha visto protagonista Carmine Barba, considerato dalla Procura Antimafia, l’armiere del clan D’Alessandro. In quella vicenda, però, la cosca non c’entrava nulla, tant’è vero che l’arresto di Barba fu chiesto e ottenuto dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. La vicenda fu ricostruita dagli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia. L’ex commerciante, proprietario di un appartamento di 150 metri quadrati su due livelli, in via Pimonte nella zona di Privati vede cominciare il suo incubo nel 2014, quando un amico gli chiede di concedergli in fitto quella casa per un paio di mesi, perché la figlia sta ristrutturando la sua abitazione. Il commerciante non può sapere che insieme alla figlia del suo amico, in quell’appartamento, sarebbe entrato anche l’ex compagno. Carmine Barba, appunto. Il pregiudicato decide d’impadronirsi di quella casa. Il commerciante prova a mediare, ma non c’è nulla da fare. Barba mette i suoi pitbull nella casa, sbarra l’ingresso con le catene e gli avanza una proposta assurda: vuole che il commerciante gli venda la casa per 7 euro al metro quadrato, circa mille euro. L’ex commerciante rifiuta, chiaramente, e il pregiudicato di Scanzano comincia a minacciarlo, raggiungendolo fin sotto casa per intimidirlo. A fine 2017 avviene anche un altro episodio, che spaventa il proprietario dell’abitazione. Una coppia di Castellammare è interessata a fittare anche solo uno dei due piani di quell’appartamento. Un’idea che piace al commerciante, perché almeno può recuperare qualche soldo. Dopo la visita, i due ragazzi che devono fittare quell’appartamento scoprono che contro la loro auto sono stati esplosi tre colpi di pistola. Una chiara intimidazione nei loro confronti, per farli desistere a prendere in fitto quella casa. E non a caso rinunciano. Le indagini nel frattempo vanno avanti, il commerciante continua a subire pressioni e ormai stanco delle minacce, decide d’incatenarsi davanti all’ingresso del commissariato di polizia di Castellammare. A distanza di un mese da quella protesta forte, il gip firmò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che fece finire dietro le sbarre Carmine Barba. Nel 2022 arriva la prima sentenza che vede il ras di Scanzano condannato a 6 anni e mezzo di reclusione. Una decisione poi confermata in Appello. Ma nella giornata di ieri, la Cassazione ha annullato la sentenza.
CRONACA
21 febbraio 2025
Castellammare. Occupò la casa di un commerciante, condanna annullata a un ras dei D’Alessandro