Quando la contattiamo a Los Angeles, sono le 5 del mattino e Claudia Ciampa, la mamma di Ethan, non ha chiuso occhio. L’emozione e l’adrenalina per il ritorno in Italia con il suo bambino sono troppo forti per lasciarle spazio al sonno. “Non ho dormito neanche un minuto – racconta con la voce ancora scossa da mesi di angoscia – ora voglio solo tornare a casa, riprendere la nostra routine, vivere una vita normale. Voglio fare una passeggiata nei nostri posti, magari un’escursione, un trekking. Cose semplici”.
Ethan, poco piu’ di un neonato, e’ stato rapito dal padre e portato negli Stati Uniti, strappato alla madre in un vortice di dolore e impotenza. “Senz’altro i mesi senza il mio piccolino sono stati i piu’ difficili, soprattutto le prime settimane. E’ stato sconvolgente, terribile. Una cosa paragonabile a un lutto, forse persino peggiore, perche’ sapevo che c’era, ma mi sentivo impotente. E’ stato devastante”, aggiunge la donna.
Poi, il viaggio negli Stati Uniti e la prima svolta: “Una volta arrivata qui ho potuto riabbracciarlo, e gia’ quello e’ stato un sollievo enorme”. Al suo fianco, c’e’ stata la figlia maggiore, Chiara, che ha compiuto 19 anni in California. “Abbiamo festeggiato tutti i compleanni qui: il mio il 2 dicembre, quello di Chiara il 30, poi quello di Ester, che era in Italia, il 10 dicembre. E infine Ethan, pochi giorni fa, il 13, quando ha compiuto un anno. Ora dobbiamo recuperare tutti i festeggiamenti in Italia”, racconta.
Ma dietro questa battaglia, c’e’ stata anche tanta paura e un lungo percorso legale. “Io vedo il mio caso come relativamente semplice, perche’ ci siamo trovati molto distanti, 10.000 km, ma almeno in un Paese dove la giustizia ha funzionato, senza discriminazioni. Non e’ sempre cosi’ per tutte le madri e i padri che vivono situazioni simili”, aggiunge.
Oltre alla sua famiglia, fondamentale e’ stato il supporto delle istituzioni italiane. “Sono immensamente grata al ministro Tajani, all’avvocato Gassani e a tutte le istituzioni, anche americane. E’ stato un lavoro di squadra straordinario. Ma devo ringraziare anche tutte le persone che mi hanno supportato, anche quelle sconosciute. Ho trovato una solidarieta’ incredibile, che mi ha dato la forza di non mollare”, dice. Claudia sottolinea anche la straordinaria accoglienza ricevuta in questi mesi: “Qui siamo stati ospitati da una famiglia che ormai considero come miei fratelli e sorelle. Un italiano che vive qui da 30 anni ci ha perfino affittato una macchina per tre settimane. La solidarieta’ che ho ricevuto e’ stata incredibile e mi ha dato forza nei momenti piu’ difficili”. Dopo mesi di dolore e attese estenuanti, Ethan e’ finalmente libero. “Ora voglio solo tornare a casa, ricominciare, e lasciarmi tutto questo alle spalle”, la sua speranza.