Largo Grazie, una settimana dopo lo sgombero le famiglie incontrano il sindaco Corrado Cuccurullo. Una vicenda che, nonostante siano passati già sette giorni, è tutt’altro che chiusa. Dopo 45 anni...
Largo Grazie, una settimana dopo lo sgombero le famiglie incontrano il sindaco Corrado Cuccurullo. Una vicenda che, nonostante siano passati già sette giorni, è tutt’altro che chiusa. Dopo 45 anni di immobilismo, lo scorso 4 febbraio le operazioni di evacuazione hanno messo fine a una situazione paradossale, iniziata nel 1980, quando, subito dopo il terremoto, il Comune sistemò temporaneamente alcune famiglie nell’ex scuola del quartiere. Per molti di loro, quella struttura rappresentava l’unica casa che avessero mai conosciuto: alcuni vi erano nati, altri vi avevano vissuto per decenni, mentre le istituzioni, anziché risolvere il problema, lo hanno di fatto congelato per quasi mezzo secolo. Quella che doveva essere una soluzione temporanea si è trasformata in una permanenza quasi infinita, tra promesse mancate e amministrazioni che si sono susseguite senza mai trovare una via d’uscita. Il Comune, in questi anni, ha continuato a pagare l’affitto al proprietario dell’edificio, mentre gli occupanti versavano un contributo regolare all’ente, in una sorta di limbo amministrativo che ha resistito fino all’intervento della Procura di Torre Annunziata, che ha ordinato il sequestro preventivo della struttura per occupazione abusiva. Ora, le famiglie che hanno perso la loro casa si sono rivolte al Comune, chiedendo una soluzione abitativa stabile. «Il sindaco ci ha accolti e abbiamo parlato della nostra situazione – spiegano gli ex residenti – Ognuno ha trovato un alloggio di fortuna a casa di parenti, con le nostre famiglie divise in più abitazioni. Purtroppo, ci è stato detto che al momento non ci sono case popolari disponibili e che bisogna rispettare la graduatoria, ma che a marzo potrebbero riaprirsi i termini per nuove assegnazioni». Parole che lasciano un senso di incertezza e precarietà, perché la riapertura delle graduatorie non garantisce automaticamente un alloggio per queste famiglie, che dovranno comunque sottoporsi a un iter burocratico che potrebbe richiedere mesi, se non anni, prima di una sistemazione definitiva. Il sindaco, a margine dell’incontro, ha commentato così la vicenda: «L’amministrazione comunale ha messo in campo tutte le azioni possibili, nei limiti consentiti dalla normativa, per tutelare le famiglie e i più deboli». Una dichiarazione che conferma l’impegno del Comune, mentre resta l’interrogativo sull’emergenza irrisolta per chi, da un giorno all’altro, si è ritrovato senza un tetto sotto cui vivere. Il caso di largo Grazie non è isolato, ma la punta di un iceberg che vede decine e decine di ordinanze di sgombero già notificate. Torre Annunziata ha un problema cronico di emergenza abitativa, con decine di famiglie in attesa di una casa popolare e un patrimonio immobiliare pubblico insufficiente a coprire la domanda. L’ex scuola di Largo Grazie era solo una delle tante realtà sommerse di una città dove, tra occupazioni abusive e case popolari fatiscenti, il diritto alla casa resta un miraggio per molti. Ora la palla passa all’amministrazione, chiamata a trovare soluzioni concrete e non solo promesse, perché la storia di queste famiglie dimostra come per anni si sia tollerata una situazione al limite della legalità, senza mai pianificare una vera alternativa per chi era costretto a vivere in una struttura non destinata ad abitazione. Mentre le famiglie si adattano alla precarietà, ospiti da parenti o in sistemazioni temporanee, il dubbio resta lo stesso: quanto tempo dovranno aspettare prima di avere una casa.