Torre del Greco. No agli «sprechi» in giunta, sì al rimpasto. A meno di 24 ore dalla nota inviata dalla figlia d’arte Annalaura Guarino al sindaco Luigi Mennella per «alleggerire» l’esecutivo di palazzo Baronale dagli «zavorre» pagate a peso d’oro in soldi pubblici, gli alleati della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2023 aprono all’idea di avviare una «rotazione» degli assessori. Una «rotazione» all’insegna dell’austerity – la strada tracciata dalla «veterana» del consiglio comunale, eletta con la lista civica Mennella Sindaco – in linea con le indicazioni del segretario generale Domenico Gelormini di tagliare i costi per la casta politica cittadina: «Sono d’accordo con la spending review – il «messaggio» lanciato da Annalaura Guarino al primo cittadino – ma non deve interessare solo il funzionamento delle commissioni consiliari bensì tutti gli organi politici. A partire dalla giunta».
La linea dura del Pd
A raccogliere l’assist arrivato dalla rappresentante della lista civica Mennella Sindaco, in primis, gli esponenti del Pd. Non a caso, proprio Salvatore Romano – davanti all’entrata a gamba tesa del segretario generale Domenico Gelormini – aveva lanciato un chiaro messaggio a sindaco e capo dell’assise Gaetano Frulio, rassegnando le dimissioni da presidente della seconda commissione consiliare. «Si è trattato di un atto personale e non politico perché legato a vicenda strettamente amministrative – precisa il capogruppo democrat Vittorio Guarino, storico fedelissimo del consigliere regionale Mario Casillo – Un atto legato a un ragionamento sulla dignità politica sviscerato durante l’incontro di maggioranza, concluso con una serie di rassicurazioni. Di qui, il ritorno sui propri passi per portare avanti una serie di progettualità fondamentali per la città». Così come fondamentale dovrebbe essere il tema della spending review: «A differenza di chi predica bene e razzola male, portando a casa ogni giorno due o tre gettoni – l’affondo al grillino Mirko Gallo, tra gli “onnipresenti” di palazzo Baronale – il Pd predica da anni una riduzione dei costi della politica, come dimostrano le indennità mensili dei propri rappresentanti in consiglio comunale». Una linea dell’austerity da allargare – secondo il capogruppo del Pd, in scia alle «indicazioni» di Annalaura Guarino – all’esecutivo: «Chiaramente, a un anno e mezzo dall’inizio del mandato, bisogna iniziare a fare qualche valutazione sul contributo di ogni singolo assessore – la linea di Vittorio Guarino e del Pd -. È innegabile che fino a oggi siano state riscontrate criticità e lati oscuri da risolvere per il bene della collettività: se gli sprechi devono essere aboliti per chi viene democraticamente eletto dal popolo, a maggior ragione devono essere cancellati per incarichi di nomina politica».
La sponda degli alleati
Concetti sposati in pieno da diversi alleati dell’ex vicepresidente Gori. Perché, al netto della fiducia dimostrata in ogni occasione in consiglio comunale, vari rappresentanti della maggioranza non hanno mai mancato di sottolineare come – fino a oggi – la giunta viaggiasse a due velocità. Con alcuni assessori evidentemente incapaci di raggiungere gli obiettivi fissati dall’amministrazione comunale per rilanciare Torre del Greco. «Non ci possiamo nascondere dietro un dito – conferma Antonio D’Ambrosio, capogruppo della lista civica Movimento Popolare Torrese -. Siamo scontenti dei risultati ottenuti in diversi settori-chiave del Comune: così non solo si rallenta l’azione politica della coalizione, ma si arreca un danno economico alla collettività considerato il costo di 3.700 euro al mese pagato per ogni delegato della giunta». Per l’erede della «balena bianca» all’ombra del Vesuvio, dunque, i tempi per il rimpasto sono maturi: «L’iniziale idea di arrivare alle prossime elezioni regionali senza “toccare” l’esecutivo dovrebbe essere rivista – conferma Antonio D’Ambrosio -. In primo luogo perchè a oggi non conosciamo la data del voto e poi perchè iniziare un confronto politico su rotazioni e accorgimenti potrebbe costituire anche uno “stimolo” a migliorare per gli assessori fino a oggi decisamente sotto le aspettative della coalizione». Un ragionamento (in parte) condiviso dalla coppia formata da Mario Borriello (Pri) e Salvatore Gargiulo (Azione), oggi rappresentanti nell’esecutivo dal leader locale di repubblicani Salvatore Piro, uno degli «anelli deboli» della giunta targata Luigi Mennella. «Già a inizio mandato avevamo ipotizzato una sorta di “staffetta” per garantire adeguata visibilità alle due anime della nostra lista civica – ricordano i due alleati -. Conoscendo le “liturgie” della politica, iniziare ora un dialogo sul rimpasto potrebbe consentire di procedere con le rotazioni nei tempi previsti. Senza ritardi né fraintendimenti».
Lo scenario
D’altronde, a un anno e mezzo dall’inizio del mandato, non ci sono assessori – fatta eccezione per Michele Polese e Antonio Ramondo, entrambi espressione del Pd e non a caso entrambi già con un solido bagaglio politico alle spalle – al riparo da critiche e «contestazioni». E se Francesco Leone e Anna Fiore possono contare (fino a un certo punto) su qualche «santo in paradiso» – non a caso, sono gli unici due «stranieri» dell’esecutivo, il primo proveniente da Ercolano e la seconda da Pomigliano D’Arco – i restanti potrebbero essere «sacrificati» sull’altare dei costi e degli scarsi risultati raggiunti. A rischiare maggiormente – insieme a Salvatore Piro, già destinato alla «staffetta» di metà mandato – Mariateresa Sorrentino (Per) e Laura Vitiello (M5S), entrambe espressione di schieramenti con un solo esponente in consiglio comunale e mantenute in giunta per «equilibri politici» in vista delle prossime elezioni regionali.
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