Torre del Greco. Ok al taglio dei costi della politica, ma la «spending review» di palazzo Baronale deve interessare sia i (presunti) sprechi del consiglio comunale sia le spese per gli stipendi degli assessori «improduttivi» della giunta. Non si arrestano le polemiche relative ai «soldi facili» portati a casa dalla casta del Comune: a 48 ore dalla riunione di maggioranza convocata dal sindaco Luigi Mennella per «disciplinare» il funzionamento delle commissioni consiliari e dai «consigli» del grillino Mirko Gallo su come risparmiare sui gettoni di presenza destinati ai politici della quarta città della Campania, a rilanciare la questione dell’austerity all’ombra del Vesuvio è la «veterana» Annalaura Guarino, eletta in consiglio comunale con la lista Mennella Sindaco.
La nota al sindaco Luigi Mennella
Attraverso una nota «riservata» al primo cittadino, la figlia d’arte – erede dell’ex assessore Ferdinando Guarino – esprime in primis «soddisfazione per la decisione del sindaco di avviare finalmente un costruttivo e proficuo dialogo con le forze di maggioranza attraverso una prima riunione di coalizione del 2025». Un incontro incentrato sulle «osservazioni critiche» del segretario generale Domenico Gelormini in merito alla gestione dei cinque organismi politici di palazzo Baronale – il cui costo per la collettività, grazie al bonus introdotto nel 2019 dall’attuale capo dell’assise Gaetano Frulio, si aggira intorno ai 30.000 euro al mese – e sugli accorgimenti «suggeriti» dallo stesso responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione per scongiurare il rischio di qualsiasi «incidente» di natura giudiziaria. «Non avendo potuto prendere parte all’incontro per gravi ragioni personali – prosegue la comunicazione di Annalaura Guarino – mi sono confrontata con i colleghi dell’assise e ho appreso i contenuti del tavolo di confronto. Condivido in pieno la linea indicata dal sindaco Luigi Mennella e le indicazioni arrivate dal collega Mirko Gallo del M5S». Ovvero, mettere in campo tutte le iniziative possibili per limitare gli sprechi e garantire così un corretto impiego dei fondi pubblici.
Gli assessori nominati per scaldare la sedia
Una linea da allargare – secondo la «veterana» della maggioranza, al terzo mandato di fila a palazzo Baronale – anche fuori dal consiglio comunale. Dove, evidentemente, si anniderebbero i veri «sprechi» della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2023. «Alla luce di questa rinnovata presa di coscienza – prosegue la nota – ritengo siamo arriva al momento più propizio per rivisitare le cariche degli assessori perchè, senza nasconderci dietro al dito, siamo consapevoli che a un anno e mezzo dal mandato alcun settori siano ancora troppo statici e non abbiano apportato alcuna scossa, cambiamento e sviluppo del settore stesso».
Il «peso» di una giunta sotto la sufficienza
Un «danno» non solo politico per la maggioranza impegnata a «cambiare registro» rispetto ai disastri del passato, ma anche economico per le casse dell’ente di palazzo Baronale considerato che ogni assessore «costa» circa 3.700 euro al mese alla collettività. Aggiungendo i 4.657 euro per il vicesindaco Michele Polese e i 6.210 euro per il sindaco Luigi Mennella, a oggi il «peso economico» della giunta si aggira intorno ai 33.000 euro al mese. Non tutti evidentemente impegnati – come si evince dalle pagelle del 2024 di Metropolis Quotidiano, con quattro assessori sotto la sufficienza a partire proprio dalla grillina Laura Vitiello (bocciata alle urne e ripescata come «riferimento» in giunta di Mirko Gallo, unico esponente del M5S eletto nel 2023) – nel migliore dei modi per la collettività. «L’idea sarebbe quella di ruotare o addirittura sostituire alcuni assessori – il sasso lanciato nello stagno dell’esecutivo da Annalaura Guarino -. Auspico, pertanto, la convocazione di altri incontri di maggioranza per affrontare, ascoltare e condividere i pensieri dei consiglieri comunali di maggioranza che si affannano per contribuire alla rinascita della nostra città». Come a dire: se spending review deve essere, si cominci dagli assessori-zavorra che rallentano l’azione politica dell’amministrazione comunale.
L’ipotesi rimpasto prime delle Regionali
Fino a oggi, la parola rimpasto non era mai stata pronunciata a palazzo Baronale, a dispetto dei risultati nient’affatto eccezionali di alcuni assessori. Ma il malumore degli alleati ha sempre camminato sotto traccia e l’improvvisa crociata dei tagli agli sprechi della costa potrebbe diventare l’inatteso «assist» per rimescolare gli equilibri (e gli incarichi) dell’esecutivo per scrivera la parola fine all’epoca della giunta a due velocità (e parità di stipendio).
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