Le saracinesche si abbassano, il lavoro rischia di svanire, 75 famiglie precipitano nell’incertezza. A Pompei prende forma un dramma occupazionale, che colpisce i dipendenti del supermercato Grand�...
Le saracinesche si abbassano, il lavoro rischia di svanire, 75 famiglie precipitano nell’incertezza. A Pompei prende forma un dramma occupazionale, che colpisce i dipendenti del supermercato Grand’Eté, chiuso da venerdì scorso. Un colpo durissimo per chi, dopo anni di sacrifici, pensava di aver ritrovato stabilità e oggi si imbatte invece in un futuro che si fa ogni giorno più incerto. Il 14 gennaio è arrivata la comunicazione che nessuno avrebbe voluto ricevere: la procedura di licenziamento collettivo per i 75 lavoratori del supermercato di Pompei. Una doccia fredda per decine di famiglie che, da un giorno all’altro, si trovano a fare i conti con l’incubo della disoccupazione e con un futuro carico di incertezze. Dietro questa chiusura si cela una vicenda complicata, che, secondo le prime ricostruzioni, affonderebbe le radici in una controversia tra la proprietà dell’immobile e la società che gestisce il supermercato, legata a una questione di fitti non corrisposti. Uno scenario che ha portato alla notifica di uno sfratto, aprendo la strada a un’escalation che ha avuto come effetto immediato lo stop all’attività commerciale e l’avvio dei licenziamenti. Una storia che si ripete per i lavoratori che già 5 anni fa avevano vissuto sulla propria pelle la chiusura di un’altra realtà commerciale nello stesso centro. Per oltre cinquanta di loro, infatti, si tratta di un incubo già vissuto: sono gli ex dipendenti di un’altra azienda di supermercati, che nel 2020 hanno perso il posto dopo la chiusura di quel supermercato e che nel 2021 erano riusciti a rientrare nel mondo del lavoro proprio con il Grand’Eté. Oggi, quella luce in fondo al tunnel sembra spegnersi di nuovo. La stessa incertezza, le stesse domande senza risposta, la stessa paura di non riuscire a garantire il necessario alle proprie famiglie. Un calvario che si ripete. Per molti, l’unica fonte di reddito è venuta meno, mentre il carovita non lascia tregua. Di fronte a questo scenario drammatico, i sindacati si sono mobilitati. Le organizzazioni Cgil Filcams, Uil Tucs e Ugl Terziario Napoli hanno inviato una richiesta alle istituzioni, coinvolgendo il sindaco di Pompei, il Prefetto, il Questore, la Regione Campania e il ministro del Lavoro, chiedendo l’apertura di un tavolo congiunto per trovare una soluzione e salvaguardare i posti di lavoro. «È necessario sensibilizzare e responsabilizzare tutti gli attori coinvolti – scrivono i sindacati – al fine di trovare una soluzione che riesca a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali per un tessuto sociale già martoriato e per giunta in un territorio difficile». Ora i riflettori sono puntati sul prossimo mercoledì, quando si terrà un incontro cruciale con l’azienda per provare a capire quale sia lo scenario futuro. «Abbiamo attivato subito un canale di confronto con le Istituzioni per sensibilizzarle in merito al dramma lavoro che si ripete dopo la vertenza del 2020. – riferisce Carlo Fergola, sindacalista Ugl – Mercoledì avremo un incontro con l’azienda e potremo avere uno scenario più chiaro. Intanto è fondamentale stare al fianco dei dipendenti e delle famiglie che si ritrovano a vivere una nuova situazione di smarrimento e incertezza e che meritano risposte chiare e concretezza per il loro futuro». I lavoratori, intanto, vivono giorni di ansia e smarrimento. Pompei, ancora una volta, è teatro di una crisi occupazionale che lascia sul campo decine di famiglie in difficoltà. La speranza è che questa volta non si arrivi a un epilogo già scritto e che si riesca ad eludere un’emergenza sociale.