Felice Iossa, esponente socialista e uomo di punta del mondo riformista, affronta i temi dell’attualità politica nazionale e regionale.
Iossa, da più parti del mondo socialista, arriva un appello f...
Felice Iossa, esponente socialista e uomo di punta del mondo riformista, affronta i temi dell’attualità politica nazionale e regionale.
Iossa, da più parti del mondo socialista, arriva un appello forte al Pd: lei lo condivide?
«Certo, anzi lo faccio mio. Lancio un appello vero al Pd: svegliati, esci dal guado, se vuole diventare un partito riformista e riformatore, se vuole unire il centrosinistra, dica con chiarezza quali sono le sue idee, quali programmi. Servono proposte alternative, perchè questo significa essere riformisti. Il riformismo che ha stravinto contro il comunismo oggi deve essere la bussola della politica italiana se vogliamo ammodernarla e puntare su un centrosinistra nuovo».
In questi giorni si parla molto di Regionali e di tezo mandato. Lei cosa ne pensa? «Dove sta scritto che ci sta il limite del terzo mandato? Nella Costituzione non c’è. I sindaci nel dopoguerra hanno risollevato le città dopo il conflitto e sono ricordati da un popolo intero. E’ il popolo che decide se il sindaco, il presidente regionale ha fatto bene. Questo limite dei mandati è stato inventato per punire, per dividere? Noi dobbiamo unire il centrosinistra su un progetto e un programma in modo tale che il popolo si possa esprimere e chi ha lavorato dieci anni possa essere valutato».
E’ preoccupato per la situazione campana?
«Siamo alla vigilia di un’importante scadenza elettorale in Campania: parliamo della seconda regione d’italia, della punta di un paese che vive sul Mediterraneo. Va tutelata la centralità di Napoli, capitale del Mediterraneo. Se perdiamo la seconda regione d’italia per le divisioni facciamo molto male e la segretaria del Pd, Elly Schlein, si assumerà una grande responsabilità. Non si può arrivare a questo appuntamento con questa divisione, con queste incertezze, non può essere candidato chiunque, magari uno che non ha amministrato nemmeno il condominio. Serve una persona competente, una figura di prestigio, non si può inventare il candidato perché il centrosinistra sulla carta è vincente e dunque si vince con chiunque».
Lei vede soprattutto responsabilità del Partito Democratico?
«Il Pd sembra stare in mezzo al guado: ripropone Berlinguer al posto di Craxi, ma Berlinguer era comunista, Craxi, europeista e socialista. Una contrapposizione che non gioca al superamento di una frattura antica. Oggi emergono novità importanti, qualche esponente di primo piano del Pci prima, del Pds e del Pd poi, come Bettini, dicono la verità su finanziamenti illeciti irregolare come quello comunista. Se Schlein parla solo alle minoranze non andiamo da nessuna parte. Come si crea un’alternativa se parliamo solo di minoranze? Ci sono troppe divisioni, manca la presenza di un’area fortemente riformista con socialisti. cattolici e laici. Il 13 aprile abbiamo organizzato un convegno per creare un punto comune, ad esempio, su temi centrali quali la giustizia. E là, giusto per fare un esempio, i grillini sono giustizialisti, il pd garantista: come si crea un progetto per cambiare l’Italia?».
Un altro tema su cui si sta discutendo è quello dell’autonomia differenziata. Lei cosa ne pensa?
«Anche su questo credo che il Pd debba dialogare con le altre forze politiche. Sull’autonomia differenziata siamo capaci di fare una proposta? Pensiamo che vi sia l’opportunità di cambiare l’Italia, ma vogliamo elaborare un’idea che parli di macroregioni, aree urbane, o una legge con sistema elettorale proporzionale, una sola Camera con 600 parlamentari che garantisca la velocità della decisione che è fondamentale per la democrazia. Non si può dire che il popolo è sovrano sempre. Lo è ma deve esserlo sempre».
Lei prima ha citato Craxi: la sua figura viene in questi mesi rimessa al centro del dibattito. Lei che idea si è fatto di ciò che sta accadendo? «Della figura di Craxi si sta avendo negli ultimi tempi una rivalutazione. E’ un aspetto che riempie di orgoglio tutto i socialisti ed è da essa che i socialisti devono muovere percorrere la strada del riformismo, per migliorare le condizioni di tutti in questo paese. Craxi, posso dire, che anche da morto unisce i socialisti. E oggi l’unità dei riformisti è importante perchè il nostro paese vive un momento difficile come lo vive l’umanità: le guerre in atto, le tensioni forti esistenti tra Stati Uniti e Cina, i dazi che Trump vuole mettere. L’Europa si deve dare una mossa, diventa una necessità varare il voto a maggioranza perchp l’Europa sembra assente sugli scenari di questo mondo. L’Europa deve decider cosa fare da grande, attuare il progetto Draghi, investire 800 miliardi all’anno per competere con il resto del mondo. L’Europa è indietro dal punto di vista industriale e tecnologico, la Meloni che sembra avere grande successo in politica internazionale si sta appiattendo troppo su Trump. Vi sono vantaggi ma nel lungo periodo si isola in Europa».