Dopo il sit-in dei residenti, sopralluogo del vicesindaco alle palazzine popolari. Cantiere fermo dopo l’interdittiva antimafia all’impresa vincitrice dell’appalto
Torre del Greco. Il Comune valuta l’ipotesi di rescindere il contratto con la ditta incaricata dei lavori di riqualificazione delle palazzine popolari di via Lamaria e raggiunta da un’interdittiva antimafia firmata dal prefetto di Napoli: una «soluzione» per riprendere in tempi brevi gli interventi di restyling e non correre il rischio di perdere il finanziamento da 7,5 milioni di euro del piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il sopralluogo
La notizia è emersa a margine del sopralluogo effettuato dal vicesindaco con delega ai lavori pubblici Michele Polese nel cantiere fermo da tre settimane dopo la frenata «imposta» dal prefetto di Napoli. Un’ispezione arrivata a 72 ore dal sit-in di protesta organizzato da una ventina di residenti delle palazzine popolari davanti ai cancelli di palazzo Baronale: «Come da impegni presi con gli abitanti della zona – sottolinea il braccio destro del sindaco Luigi Mennella – ho ritenuto opportuno verificare personalmente lo stato di avanzamento dei lavori e le eventuali criticità». Un vero e proprio «tour» tra gli alloggi del complesso a ridosso della stazione Circum di Sant’Antonio, durante cui sono stati segnalati diversi problemi (in parte) legati all’imprevisto stop alla ditta finita sott’inchiesta. «I tecnici del Comune hanno preso visione delle criticità e, laddove possibile, si provvederà alla risoluzione degli inconvenienti», la rassicurazione dell’esponente del Pd nella giunta di palazzo Baronale. Non solo. Per provare a garantire maggiore sicurezza agli abitanti delle palazzine popolari – attualmente «circondate» da impalcature inutilizzate dagli operai e «appetibili» per i malintenzionati – l’ente di largo Plebiscito potrebbe ricorrere all’utilizzo di guardie giurate per «sorvegliare» il cantiere fino alla ripresa del restyling.
L’ipotesi addio
Per accelerare i tempi prende corpo l’idea di rescindere il contratto con la ditta finita sott’inchiesta. Fino a oggi gli interventi effettuati dall’impresa vincitrice della gara d’appalto sono stati tutti regolarmente pagati e – a differenza del passato – le nuove norme prevedono l’addio anticipato in caso di «semplici» indagini in qualche modo legate alla criminalità organizzata. In gradutatoria ci sono già diverse ditte e l’eventuale esclusione dell’aggiudicataria dei lavori da 7,5 milioni di euro non comporterebbe la necessità di procedere a un nuovo bando. «Gli uffici valuteranno la soluzione migliore per riprendere i lavori nel tempo più breve possibile – conclude Michele Polese -. Abbiamo una data entro cui consegnare obbligatoriamente gli interventi, il 31 dicembre del 2026: metteremo in campo tutte le azioni necessarie a concludere le opere previste dal progetto in tempo utile. Su questo, mi sono sentito di rassicurare gli abitanti del complesso di via Lamaria: i lavori saranno portati a termine così come previsto».
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