IL CANTIERE DELLA DISCORDIA Torre del Greco, stop ai lavori alle palazzine popolari di via Lamaria: sit-in di protesta sotto il Comune
Torre del Greco. Si sono presentati a metà mattinata davanti ai cancelli di palazzo Baronale – incuranti della pioggia battente di fine gennaio – e sono rimasti a «piantonare» il Comune per circa due ore, con buona pace della «indisponibilità» del sindaco Luigi Mennella a un incontro. A due settimane dallo stop al cantiere da 7,5 milioni di euro per la riqualificazione delle palazzine popolari di via Lamaria – la ditta vincitrice dell’appalto è stata raggiunta da un’interdittiva antimafia – esplode la rabbia degli abitanti del popoloso agglomerato urbano a ridosso del quartiere Sant’Antonio: «Vogliamo certezza sulle nostre case, adesso abbiamo paura di perdere le nostre abitazioni», l’urlo di dolore lanciato da dietro le inferriate del municipio.
Il rebus dei lavori
Il 2025 si è aperto all’insegna dei dubbi sul progetto promosso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba e portato avanti dall’attuale squadra di governo cittadino capitanata da Luigi Mennella. Perché a inizio anno in Comune è arrivata una nota della prefettura di Napoli per comunicare l’interdittiva antimafia notificata alla ditta vincitrice dell’appalto per il restyling delle palazzine popolari (e dell’asilo nido a villa Guerra). Immediato era scattato lo stop ai lavori da parte dell’ente di palazzo Baronale, in attesa degli sviluppi della vicenda: «Da allora sono passate già due settimane e non ci sono novità – la preoccupazione espressa dalla ventina di residenti della zona, preoccupati per il futuro delle proprie abitazioni -. C’erano state prospettate diverse soluzioni per superare il problema e per consentire la ripresa dei lavori, ma a oggi è tutto fermo». Ma il tempo corre e la scadenza del 31 dicembre 2026 – termine ultimo per la consegna dei cantieri finanziati con il Pnrr – si avvicina, in particolare se sarà necessario procedere a una nuova gara per l’affidamento degli interventi. «Siamo preoccupati – lo sfogo dei manifestanti all’esterno dei cancelli di palazzo Baronale -. Non vorremmo che, a causa di ritardi o lungaggini burocratiche, l’attesa riqualificazione dei nostri alloggi resti sospesa o incompleta». Parole, al momento, rimaste «confinate» fuori dalle stanze dei bottoni del Comune. «Nessuno ci ha ricevuti – la delusione dei residenti di via Lamaria -. Abbiamo lasciato il recapito telefonico del nostro portavoce, ci hanno assicurato sarà chiamato in tempi brevi dal vicesindaco Michele Polese. Non vogliamo polemizzare o attaccare nessuno, vogliamo solo avere qualche certezza sul futuro delle nostre case».
L’attesa del ricorso
Certezze, al momento, difficili da individuare. La ditta raggiunta dall’interdittiva antimafia presenterà ricorso avverso il provvedimento firmato dal prefetto di Napoli, ma – fino all’esito – il Comune non potrà procedere all’eventuale rescissione del contratto e all’avvio delle procedure necessarie per completare gli interventi in tempo utile. Con buona pace delle legittime ansie degli abitanti di via Lamaria.
@riproduzione riservata