Stangata per l’ex pentito Gioacchino Fontanella: doppio processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. E’ stata fissata per metà marzo al tribunale di Nocera Inferiore la prima udienza del...
Stangata per l’ex pentito Gioacchino Fontanella: doppio processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. E’ stata fissata per metà marzo al tribunale di Nocera Inferiore la prima udienza del procedimento che vede alla sbarra Fontanella e l’incensurato Franco Sorrentino, accusati di una tentata richiesta di pizzo ad un imprenditore di una ditta di trasporti di Scafati. La Dda di Salerno ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per i due indagati che si trovano rispettivamente in carcere e agli arresti domiciliari fuori regione. La difesa di Sorrentino- avvocato Rino Carrara- ha presentato nei mesi scorsi istanza al gip che ha accolto la richiesta decretando per l’uomo l’attenuamento della misura cautelare. Un provvedimento, quello del giudizio immediato, arrivato a poche settimane da quello emesso dalla Dda partenopea per un’estorsione chiesta ad un politico abatese. A processo ci sono Gioacchino Fontanella e Nicola Mendola. Entrambi i fatti risalgono a questa estate, a pochi giorni di distanza, con le indagini che sono partite dalle denunce delle due vittime.
L’estorsione a Scafati I due sono finiti in manette la scorsa estate, quando i carabinieri eseguirono un decreto di fermo firmato dalla Dda di Salerno. Secondo la tesi dell’accusa Sorrenino sarebbe stato colui il quale avrebbe prima fatto da «tramite», accompagnando Gioacchino Fontanella, e Nicola Mendola- a processo per l’estorsione al politico di Sant’Antonio Abate-presso l’azienda di Scafati ad incontrare l’imprenditore, al quale il boss avrebbe chiesto senza mezzi termini una tangente di 250mila euro: «Devo “apparare” una grossa somma cifra fra 7-8 giorni e sono andato da 4-5 amici…sono andato anche da un altro…e gli ho chiesto un milione di euro…». Non solo. Davanti alla richiesta di tempo da parte dell’imprenditore, Fontanella aveva acconsentito, e circa una settimana dopo Sorrentino era tornato da lui: «Mi manda Gioacchino per quella imbasciata…»: secondo la Dda, quindi, l’uomo era stato incari- cato di riscuotere il pizzo per conto del boss. In en- trambi gli incontri, le telecamere interne dell’azienda avevano ripreso sia le vetture che gli uomini che si erano presentati al cospetto dell’imprenditore. Un riscontro ritenuto importante dagli inquirenti, a sostegno delle affermazioni della vittima che aveva subito denunciato il primo incontro, per poi integrare raccontando anche il secondo, con il solo Sorrentino.
La richiesta di pizzo al politico abatese Un milione di euro. Una richiesta folle quella che sarebbe stata effettuata, secondo l’antimafia da Mendola, su mandato dell’ex pentito Gioacchino Fontanella, «per apparare un guiaio di due giorni prima». Non ci ha pensato due volte l’imprenditore e politico abatese ad andare a denunciare tutto alle forze dell’ordine che hanno ricostruito l’episodio grazie al racconto della vittima e alle immagini di video sorveglianza dei luoghi dove sarebbe stata effettuata la richiesta estorsiva. Il fatto è precedente, di pochi giorni, all’estorsione chiesta al titolare della ditta di Scafati. Anche in questo caso l’antimafia ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato con la prima udienza che è stata fissata il mese prossimo. Il comune di Sant’Antonio Abate si costituirà parte civile.