La scomparsa dello scienziato
Castellammare. Castellammare piange un altro ex sindaco. A distanza di pochi giorni dalla scomparsa di Giovanni La Mura, è deceduto il professore Catello Polito, per tutti Lino, scienziato e politico che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della città. Polito si è spento nella mattinata di ieri, all’età di 83 anni, in una struttura privata di Varano dov’era ricoverato ormai da qualche tempo. La notizia della sua scomparsa si è diffusa in poco tempo in città ed ha scosso la politica. Non poteva essere altrimenti, perché Polito è stato il sindaco della rinascita dopo la fine della prima repubblica, i gravi fatti che avevano scosso Castellammare e il fallimento della politica industriale. Eletto la prima volta nel 1992, fu scelto come guida di una coalizione di centrosinistra che si preparava alla prima elezioni diretta del sindaco del 1997, in cui Polito conquistò il record di consensi, inaugurando quella che di lì a breve sarebbe stata la stagione dei sindaci. Non solo il sindaco della rinascita, ma anche della stabilità, perché è stato l’unico a governare per dieci anni una città che dal termine del suo mandato ad oggi – eccezion fatta per l’amministrazione guidata da Salvatore Vozza – non è più riuscita a vedere un primo cittadino raggiungere i cinque anni di governo. Tantissimi i progetti avviati durante la sua amministrazione, a cominciare proprio dalla creazione del porto turistico di Marina di Stabia che lo lega a Giovanni La Mura, scomparso pochi giorni fa. Polito è stato un esponente di spicco del Partito Comunista Italiano, uno scienziato e docente universitario che si era avvicinato alla sinistra fin dagli anni Settanta. Anche dopo la fine della sua esperienza da sindaco aveva continuato a dare il suo contributo politico nel corso degli anni. A ricordarlo, nella giornata di ieri, è stato proprio il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza. «Un uomo che ha scritto pagine straordinarie della storia della nostra città e che ha saputo coniugare intelligenza, passione e amore per il nostro territorio», ha detto il primo cittadino ricordando il professore Catello Polito «lo conobbi da ragazzo, negli anni ’70, un periodo animato da grandi battaglie politiche, quando Castellammare divenne un laboratorio di idee e innovazione. Polito, già professore affermato dell’Università di Napoli, decise di mettere il suo talento al servizio della città. Era il novembre 1972, e in quelle elezioni Castellammare anticipò i tempi, aprendosi ai primi esperimenti di coalizione di centrosinistra. Fu un momento storico, in cui rompendo schemi si creò qualcosa di nuovo». «Ci siamo sentiti tante volte in questi anni così come dopo la mia elezione a sindaco, lo scorso giugno, e anche in quella conversazione ho ritrovato l’uomo che ricordavo: generoso, profondo, capace di infondere forza e coraggio – ha detto ancora Vicinanza – Oggi Castellammare perde un pezzo importante della sua storia, e io perdo un esempio. Ma il suo ricordo resterà vivo nei cuori di tutti noi, perché ciò che ha fatto per questa città va oltre il tempo e le circostanze». A ricordare Lino Polito pure l’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo: «Porta con sé un pezzo importante della storia politica e civile di Castellammare di Stabia – ha detto, aggiungendo – Un uomo rigoroso e appassionato, capace di coniugare l’intellettualità con la concretezza, il sogno con l’impegno quotidiano». Il cordoglio per la scomparsa dell’ex sindaco è stato espresso anche dal Comitato per gli Scavi di Stabia, che ha voluto ricordare il suo impegno per la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico di Castellammare. «Fu la sua amministrazione comunale, d’intesa con il Parco archeologico di Pompei e l’Azienda di cura, soggiorno e turismo, a promuovere nel biennio 1999-2000 le celebrazioni per il 250esimo anniversario degli Scavi di Stabiae, il convegno di studi internazionali e la mostra archeologica “In Stabiano” al palazzetto del Mare nell’anno 2000, nel corso della quale furono riesposti per la prima volta al pubblico i reperti dell’Antiquarium stabiano nel frattempo chiuso alle visite: in quella occasione per la prima volta tornò a Castellammare la celebre Flora di Stabiae dal Museo archeologico nazionale di Napoli», ricorda il Comitato che aggiunge «sempre al sindaco Polito, alla sua amministrazione e all’impegno del deputato di zona Salvatore Vozza, si deve – nell’ambito del Contratto d’area e delle lotte dei lavoratori dell’area stabiese-torrese – il finanziamento Cipe e l’avvio del restauro del Palazzo Reale di Quisisana, abbandonato al degrado per decenni, oggi sede del Museo archeologico Libero D’Orsi».