Castellammare. Strade disastrate dopo i lavori realizzati dalle società che gestiscono i sottoservizi. Il Tar della Campania cancella quattro articoli del regolamento approvato dal Comune di Castellammare di Stabia nel 2021 e offre un assist alle ditte, che in alcuni casi sfruttano i controlli soft dei funzionari per non ripristinare il manto d’asfalto a regola d’arte. Dopo la sentenza della settima sezione del Tar della Campania: le società che eseguono lavori per i sottoservizi non saranno più tenute a versare al Comune gli oneri per l’autorizzazione o la proroga allo scavo; a versare cauzioni o stipulare polizze assicurative per gli eventuali danni arrecati alle strade; a pagare sanzioni per interventi urgenti che non sono stati autorizzati, anche in sanatoria. Soprattutto potranno effettuare scavi anche sulle strade appena asfaltate, cancellando di fatto l’articolo 20 del regolamento comunale che prevedeva un minimo di almeno due anni – salvo urgenze – prima di poter ottenere autorizzazioni per i lavori ai sottoservizi. Il ricorso al Tar della Campania era stato presentato dalla società E-Distribuzione, che contesta diversi articoli di un regolamento che imponeva regole ferree per le ditte e soprattutto risarcimenti più onerosi per il Comune di Castellammare di Stabia che ogni volta è costretto a interventi di manutenzione sulle strade. Un regolamento pensato per cercare di garantire ai cittadini stabiesi il diritto di avere strade adeguate, senza buche e rattoppi mal eseguiti, che finiscono per rappresentare un pericolo anche per automobilisti e centauri. Secondo i giudici del Tar della Campania, che hanno accolto – in parte – il ricorso presentato dalla società E-Distribuzione però gli strumenti che offre la legge sono già sufficienti. Ovvero l’amministrazione, a seguito dei legittimi controlli sui ripristini che non vengono effettuati a regola d’arte, potrebbe procedere alla manutenzione delle strade addebitando il conto alla società che ha eseguito i lavori.
CRONACA
8 gennaio 2025
Castellammare. Strade distrutte dopo i lavori pubblici, il Tar “aiuta” le ditte