Caivano. «Oggi possiamo dire che lo Stato è un signore distinto, ma non più distante». La sintesi della visita inaspettata ieri mattina a Caivano del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è di don Maurizio Patriciello, parroco dei Santi Apostoli, la chiesa del Parco Verde che è stata motore del cambiamento impresso al grosso centro alle porte di Napoli da una legge dedicata alle periferie a rischio voluta dal governo Meloni. E’ il prete anticamorra a celebrare una messa speciale alle 12 per la presenza del capo dello Stato. Mattarella era in visita privata a Napoli, dal due gennaio, seguendo una “tradizione”, quella di trascorrere nella residenza presidenziale di Villa Rosebery i primi giorni dell’anno, cara specialmente ai suoi predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Ieri il bagno di folla, con richieste di selfie, strette di mano e auguri di turisti e napoletani, prima nel centro storico, con una rapida visita alla chiesa del Gesù nuovo, trionfo del barocco, e alla basilica gotica di Santa Chiara con il suo chiostro maiolicato, e poi nel pomeriggio verso il museo di San Martino. Ieri, il presidente ha prima ricevuto a Villa Rosebery il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, poi si è recato a Caivano, dove è stato accolto e dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, che già sabato lo aveva accompagnato nel suo mini tour tra le bellezze della città. E, fuoriprogramma nel fuoriprogramma, accogliendo l’invito pressante e bonario di don Patriciello, Mattarella ha preso la parola al termine della funzione per rivolgere un augurio alla comunità. «Sì, sei in Chiesa, ma Gesù ci vuole bene», gli dice il sacerdote, porgendoli il microfono. E il presidente, dal banco in cui ha seguito la celebrazione, parla alla gente di Caivano, non prima di aver ringraziato il prete «per la sua opera». Il suo è un augurio «non sono solo per l’anno cominciato ma per il futuro, particolarmente dei bambini e dei ragazzi, perché su di loro sono le speranze della comunità». «Un augurio di futuro sereno, di lavoro, di crescita, di impegno professionale, ed è un augurio che rivolgo a tutta la comunità ma particolarmente ai bambini e ai ragazzi. Auguri a tutti», ribadisce. «Lo ringrazio davvero di cuore per questa sua visita – dice il prefetto – è un segnale importantissimo, è lo Stato che qui si è fatto presente attraverso il presidente. E’ bello sentirci tutti come comunità, perché la comunità vive di leggi, vive di legalità, vive non di soprusi, non di prepotenze, vive delle leggi dello Stato. Questa sua spontanea bella iniziativa ha reso possibile qui oggi una giornata diversa, una domenica diversa». Il prefetto ha proseguito rimarcando che tutto ciò che sta accendo sono segnali «verso la normalizzazione di questi territori». Per di Bari l’iniziativa del presidente «va in questa direzione e rappresenta un grande segno di speranza per i giovani». Il prefetto ha voluto esprimere «un grazie di cuore al Governo, ai tanti ministri ministri che sono venuti qui per le tante attività che sono in corso». Infine ha auspicato che il senso della legalità «sia il senso comune di ogni ragazzo, di ogni giovane ma anche dell’intera comunità». A Caivano «qualcosa di bello sta succedendo, con tutto quello che c’è stato in questi in questi mesi», sottolinea don Patriciello. Con le sue parole, Mattarella «ci ha incoraggiato a continuare – dice ancora il parroco – a continuare perché lo Stato c’è. Nelle periferie per troppo tempo non si è visto, adesso invece si vede».
CRONACA
5 gennaio 2025
Mattarella al Parco Verde di Caivano, lo Stato torna «finalmente» nelle periferie