Roma. Il consumo di cibi ad alto potenziale infiammatorio, come alimenti particolarmente grassi, aumenta il rischio di sviluppare una forma di demenza, come l’Alzheimer, di circa il 20%, con picchi fino all’80%.
È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori dell’University of Texas Health Science Center di San Antonio (Usa) pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia. “La demenza è attualmente una delle più grandi sfide globali per la salute, con stime che prevedono che 152 milioni di persone vivranno con demenza in tutto il mondo entro il 2050”, scrivono i ricercatori.
Da qualche tempo, diversi studi suggeriscono un effetto protettivo di alcuni regimi alimentari, come la dieta Mediterranea. Tuttavia, a oggi non esistono risultati definitivi.
La ricerca ha seguito 1.487 ultrasessantenni in media per circa 13 anni, un lasso di tempo in cui circa 1 su 5 ha sviluppato una forma di demenza. Il team ha inoltre analizzato la dieta abituale dei partecipanti, attribuendole un indice di infiammazione sulla base della sua composizione.
Elementi come i grassi saturi, la quantità di colesterolo, l’elevato apporto energetico erano tutti fattori considerati pro-infiammatori. Elementi, questi, di cui è ricca la dieta occidentale, precisano i ricercatori. Secondo l’analisi, l’adesione a una dieta pro-infiammatoria aumenta di circa il 20% il rischio di demenza, tuttavia, nei casi in cui l’indice di infiammazione era particolarmente elevato l’aumento del rischio superava l’80%. “In conclusione punteggi di indice infiammatorio più elevati sono stati associati a un aumento di demenza da tutte le cause e da malattia di Alzheimer”, concludono i ricercatori. “Incoraggiamo studi futuri per indagare questa relazione”.