Calcoli errati sulle trattenute in busta paga
Castellammare. Un luogo di lavoro infernale e paghe da fame. Non stiamo certo parlando della solita storia relativa allo sfruttamento degli immigrati dei campi di coltivazione, ma del pronto soccorso del San Leonardo di Castellammare dove una buona parte degli infermieri da almeno tre mesi sta percependo una paga di mille euro al mese. Una miseria considerando che per svolgere questa professione sanitaria occorre prima laurearsi e poi superare i concorsi, lavorare per diversi anni fuori Regione e lontano da casa, per poi rientrare ed essere collocato in un reparto al collasso come il pronto soccorso stabiese. Il motivo delle basse retribuzioni è molto semplice: una tassazione anomala – l’errore è stato già individuato mesi fa – sulle ritenute Irpef. Per esempio lo scorso mese sono uscite buste paga lorde di 2800 euro con trattenute di 1700 euro, praticamente più del 50% dello stipendio che finisce nelle mani dello Stato. Il risultato è che al dipendente rimangono in mano poco più di mille euro. Un fatto che logicamente ha avuto ripercussioni anche sulla tredicesima che inevitabilmente si è abbassata. Uno schiaffo insomma al personale sanitario che tra mille difficoltà manda avanti una lotta per mantenere in condizioni accettabili e nei livelli assistenziali il primo presidio della sanità pubblica nell’area stabiese. Mediamente un infermiere in Italia percepisce 1600-1700 euro al mese. Logicamente più si va a nord più le paghe crescono così come le difficoltà per le aziende sanitarie locali nell’assumere personale. I lavoratori sanitari dal Sud scappano perché giustamente attratti da paghe migliori e da luoghi di lavoro dove si può svolgere la propria professione con più serenità e con la possibilità di crescere e scalare le posizioni nel mondo sanitario. Cosa che al Sud non accade perché si lavora con l’acqua alla gola, tra, per citare solo le problematiche più gravi, carenze di personale, strutture inadeguate, numeri di pazienti elevati rispetto a quello dei posti letto disponibili. Intanto sulla situazione retribuzione i sindacati sono già sul piede di guerra. Cgili, Cisl, Uil, Fials e Nursing Up in una missiva indirizzata alla dirigenza dell’Asl Napoli 3 Sud hanno denunciato che il «Mancato rimborso delle somme indebitamente trattenute nonostante siano trascorsi diversi mesi dall’individuazione dell’errore – hanno causato – un danno economico e psicologico al personale e che la situazione di incertezza e il protrarsi del problema stanno causando un danno economico significativo ai lavoratori generando un forte stress psicologico». I sindacati hanno quindi chiesto «una verifica puntuale di tutti i cedolini dei lavoratori interessati al fine di individuare e correggere eventuali ulteriori anomalie, una comunicazione chiara e trasparente a tutti i lavoratori coinvolti, con l’indicazione delle modalità e dei tempi per la risoluzione definitiva del problema» e in più «l’attivazione di un tavolo tecnico con la partecipazione dei sindacati per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione e garantire la tutela dei diritti dei lavoratori». I sindacati hanno infine chiesto la risoluzione immediata della problematica «che sta minando il rapporto di fiducia con il personale e compromettendo la serenità lavorativa, elementi essenziali per garantire la qualità del servizio offerto ai cittadini».