IL GRANDE CRAC Torre del Greco, gli immobili Deiulemar cadono a pezzi: «Servono 20.000 euro per la manutenzione»
Torre del Greco. Gli immobili strappati agli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione cadono a pezzi e la curatela fallimentare della società di fatto rischia di essere costretta a mettere mano al «portafogli» per scongiurare il rischio di crolli e danni ai fabbricati destinati a essere venduti all’asta. È l’ultima beffa in ordine di tempo per le vittime del crac da 800 milioni di euro dell’ex fiore all’occhiello dell’economia all’ombra del Vesuvio: la vicenda – insieme alla questione della quota dei costi dei minori nella trattativa per i trust riconducibili alla famiglia del comandante Giuseppe Lembo – sarà all’attenzione di un’apposita riunione convocata per oggi dal giudice delegato Anna Laura Magliulo del tribunale di Torre Annunziata. Un incontro a cui prenderanno parte – insieme al magistrato e ai curatori fallimentari Massimo Di Pietro, Giuseppe Castellano e Antonio de Notaristefani di Vastogirardi – i componenti del comitato dei creditori, chiamati a valutare se modificare o meno l’autorizzazione alla transazione e a esaminare la questione dei lavori urgenti di manutenzione.
La società Villa Sora
La seconda questione è relativa alla società Villa Sora srl, acquisita totalmente al patrimonio da liquidare e posta in vendita all’asta – al secondo incanto – al prezzo di 562.500 euro. La società strappata agli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione è proprietaria di un fabbricato rurale in via del Cimitero, da cui si accede proprio all’area archeologica recentemente acquisita dal Parco di Ercolano e al centro di un apposito protocollo d’intesa con il Comune di Torre del Greco. Un immobile vecchio e fatiscente, le cui precarie «condizioni di salute» sono state denunciate – a inizio settembre – direttamente dal conduttore della proprietà in cui rientrano un locale commerciale (adibito alla vendita di fiori e prodotti cimiteriali), la masseria rurale d’accesso a villa Sora e circa 15.000 metri quadrati di terreno. «A nome del conduttore del compendio immobiliare di vostra proprietà – la comunicazione inviata al legale rappresentante della società Villa Sora – rappresento che il fabbricato di via del Cimitero presenta gravi dissesti manutentori, specie alla copertura, che urgono di immediata manutenzione perchè mettono a rischio l’incolumità dei frequentatori dello stesso nonché di chi transita in prossimità. Parimenti, in esso è presente una struttura in amianto in pessimo stato di usura che deve essere urgentemente rimossa e smaltita». Dopo l’allarme lanciato dal conduttore dell’immobile, sono scattati i sopralluoghi tecnici da cui è emersa l’effettiva necessità di procedere alla messa in sicurezza del fabbricato rurale (stima dei costi 10.000 euro) e allo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi (stima dei costi 6.000 euro).
Scontro per le spese
La società Villa Sora – come comunicato dal legale rappresentante – non avrebbe in cassa la disponibilità economica per i lavori (20.000 euro, compresa l’Iva) e ha battuto cassa con la curatela fallimentare: «Al fine di non vedere pregiudicato il prezzo di realizzo conseguibile in fieri dalla alienazione di quote – le considerazioni dei curatori fallimentari – si ritiene opportuno concedere a titolo di finanziamento infruttifero la somma di 20.000 euro per i lavori». L’ultima parola spetterà oggi al comitato dei creditori.
I costi per i minori
Sempre durante la riunione in programma oggi al tribunale di Torre Annunziata sarà affrontata la questione dei costi per i minori nell’ambito della transazione con la famiglia del comandante Giuseppe Lembo. Sulla scorta delle indicazioni ricevute dal comitato dei creditori a fine maggio 2024, infatti, la curatela fallimentare della Società di Fatto ha negoziato con la controparte un testo che prevedeva l’intervenuta concessione dell’autorizzazione del giudice tutelare. A fine ottobre, invece, i legali della famiglia Lembo hanno trasmesso una copia del decreto con cui il giudice tutelare ha respinto la richiesta di autorizzazione ritenendo che non sussistessero i presupposti per un suo intervento. Visto che il provvedimento non sarebbe equiparabile a un rigetto nel merito e considerato che il comitato dei creditori aveva espressamente richiesto l’autorizzazione del giudice tutelare, la curatela fallimentare vuole interpellare nuovamente il comitato dei creditori in modo da «ridurre eventuali rischi attraverso una accurata modifica delle pattuizioni contrattuali». Insomma, un ulteriore step procedurale per provare a portare in porto, dopo la transazione con gli eredi di Giovanni Battista Della Gatta, anche la trattativa in corso con i successori del comandante Giuseppe Lembo.
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