Ercolano. Resta irrisolto il giallo del mandante dell’agguato costato la vita a Salvatore Barbaro, ucciso per errore dal commando di morte entrato in azione con l’ordine di ammazzare il «soldato» Ciro Savino dei rivali del clan Iacomino-Birra.
A 15 anni dal raid in via Mare, infatti, i giudici della seconda corte d’assise del tribunale di Napoli – a dispetto della condanna all’ergastolo richiesta dal pubblico ministero Valentina Sincero della direzione distrettuale antimafia di Napoli – hanno assolto Natale Suarino, l’imprenditore al soldo degli Ascione-Papale finito alla sbarra con l’accusa di avere ordinato l’omicidio.
Per i magistrati non si sono rivelate sufficienti le «prove» portate in aula dalla Dda di Napoli dopo la riapertura dell’inchiesta, avvenuta nel 2021 sulla scorta delle rivelazioni del killer-pentito Antonio Sannino. Il 57enne noto negli ambienti criminali come Natale ‘e cicciariello – già condannato per i «legami» con il clan Ascione-Papale – doveva rispondere di omicidio premeditato aggravato da motivi futili e abietti, associazione di stampo camorristrico e porto abusivo d’armi.
Sotto la scarica di piombo esplosa in via Mare – come ricostruito attraverso le sentenze passate in giudicato con gli ergastoli al boss Natale Dantese, al killer Vincenzo Spagnuolo e al soldato della camorra Antonio Sannino – ci sarebbe dovuto essere un «rivale» degli Ascione-Papale: a trovare la morte a due passi da casa fu, invece, Salvatore Barbaro.
Le motivazioni del verdetto di primo grado con cui è stato assolto Natale Suarino saranno rese pubbliche entro novanta giorni.
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