“Sta andando molto bene. Ci sono piccole cose che stiamo verificando per aggiustare alcuni aspetti, come la procedura di acquisto del biglietto e come accelerare ed evitare le file”. Lo ha detto il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, a proposito dell’introduzione, cinque giorni fa, del numero chiuso nel sito che prevede l’ingresso giornaliero di massimo 20mila persone e l’acquisto del biglietto nominativo. Una misura adottata dal Parco a seguito di un confronto con il ministero della Cultura, la prefettura ed esperti della sicurezza. “E’ fondamentale alleggerire la pressione dei visitatori su Pompei – ha sottolineato il direttore, a margine della presentazione dell’accordo di ricerca, consulenza e supporto alla didattica con l’Università Federico II – con queste misure non vogliamo assolutamente penalizzare il territorio nel suo sviluppo economico, anzi vogliamo fare il contrario: contribuire a uno sviluppo più sostenibile e dunque pensare a Pompei come a una grande realtà di cui fanno parte anche altri luoghi fino ad ora visitati troppo poco”. L’idea di Gabriel Zuchtriegel è pensare a Pompei come a un Parco diffuso «che diventa sempre più non solo luogo fisico che si connette con altri luoghi del territorio, ma come una specie di agenzia territoriale per la cultura e l’archeologia. E con questo studio ci stiamo avvicinando sempre di più a questo nuovo paradigma di Parco archeologico». Il direttore ha sottolineato la necessità che si pensi al Parco “come a un’agenzia che opera sul territorio e che ha anche delle ricadute molto concrete oltre le mura e le recinzioni di Pompei” ed ha spiegato come il lavoro con l’Ateneo federiciano, che si rinnova, abbia rappresentato “uno scambio di prospettive e di idee che permettono al Parco di essere nella condizione di progettare con più consapevolezza e profondità, anche della ricerca, le iniziative per connettere la città antica di Pompei con altri luoghi perché – ha evidenziato – Pompei non è solo la città antica, ma è tutto il territorio e allora anche la valorizzazione e la conservazione devono adottare questa visione”.
CRONACA
20 novembre 2024
Numero chiuso agli Scavi: «La formula funziona. Pompei va pensato come Parco diffuso»