Pochi bambini a scuola, striscioni fuori i cancelli dell’istituto contro la dirigenza scolastica. Il rione Scanzano si schiera e lo fa in favore dei genitori che hanno denunciato presunti abusi sessuali subiti dai figli e commessi da un insegnante di sostegno. E’ un clima rovente quello che si respira fuori al primo presidio di legalità di un quartiere difficile, ostaggio della camorra. Una tensione complessa da gestire, ma mai degenerata in atti di violenza, anche per le forze dell’ordine che sin dalle 7 del mattino si sono ritrovate davanti una folla di genitori inferociti e che pretendono spiegazioni per mandare a scuola in serenità i propri figli. Per arrivare al plesso della Salvati, partendo dal viale delle terme, bisogna attraversare per intero Via Micheli. Una strada ben nota alle cronache giudiziarie e dove da sempre risiedono i vertici del clan D’Alessandro, la cosca che da quasi mezzo secolo detiene lo scettro degli affari criminali dell’area stabiese e della penisola sorrentina. Un quartiere blindato da forze dell’ordine e dalle sentinelle del clan. Quando una macchina non conosciuta varca quelle strade viene squadrata dai residenti, ma anche dai commercianti. Guardano insospettiti e cercano di identificare conducenti e passeggeri. Sulle mura dei palazzi, rovinate e fatiscenti, spiccano i graffiti inneggianti frasi contro Stato e forze dell’ordine. Alla fine della strada si imbocca un altro piccolo vicolo per poi arrivare di fronte allo spiazzale dell’istituto. Lì fuori ci sono due scheletri di macchine bruciate mentre sul marciapiede sono depositati, abusivamente, sacchi di rifiuti, forse amianto. In questo ambiente sorge la Salvati, una scuola di frontiera situata nel cuore del quartiere del clan. Un rione dove certe questioni si risolvono in silenzio, senza fare rumore per non attirare l’attenzione di giornalisti e carabinieri. Ieri c’erano in massa tutte e due le componenti. I militari sono stati posti su richiesta della scuola perché giovedì scorso 30 persone hanno fatto irruzione in una scuola trenta mamme che hanno linciato una maestra di sostegno e il padre corso ad aiutarla. Il giorno prima una parte di questi si sono presentati dai carabinieri per sporgere denuncia contro l’insegnante, per i genitori, “colpevole” di aver inviato in alcune chat contenuti a sfondo erotico. Un episodio su cui si cercano riscontri e su cui stanno indagando i carabinieri e la procura di Torre Annunziata che non ha prodotto, per il momento, nessun avviso di garanzia. Nelle ultime ore, assistiti da un legale, alcuni genitori avrebbero consegnato ai carabinieri file audio e video presenti sui telefoni dei bimbi. Quel che resta è la rabbia dei genitori e di un quartiere che si è difatti schierato con le mamme dei presunti minori abusati. Non a caso già domenica sera sono stati esposti due striscioni, in vernice rossa e nera, recitanti “si alle maestre, no alla dirigenza”, mentre nell’altro “solidarietà alle mamme”. Due frasi che dicono tutto su quella che è la posizione dei genitori che sin dall’inizio dell’apertura dei cancelli si sono posti in massa all’esterno della struttura aspettando la preside e la vice preside per un confronto. «Non siamo camorriste- gridano le mamme- qua la migliore di noi, se ci girate sotto sopra, non esce un euro». Frasi dette logicamente in dialetto napoletano marcato. «Ma quale clan D’Alessandro, qui nessuno appartiene a niente- continuano a strillare- ci avete dipinto come delle camorriste solo perché siamo di Scanzano. Qui stiamo difendendo i nostri figli». Nel frattempo arrivano altre due gazzelle della polizia e giunge il pulmino della scuola. I bimbi si affacciano, guardano in silenzio e spaventati le scene.Molti di loro vivono in contesti difficili e quella scuola rappresenta una sorta di oasi dove scappare magari da un genitore che li picchia o da contesti familiari in gravi condizioni economiche. «Questo clima di paura per i nostri figli lo avete creato voi- gridano le mamme inferocite- è tutta colpa della preside che non ci ha tutelato e non ci ha dato spiegazioni». Ad un certo punto una di loro cerca di attirare l’attenzione delle telecamere, rilascia una lunga intervista, ma poi precisa «non voglio essere ripresa, mi raccomando». Nel parlare mostra le condizioni del cortile: «qui è uno schifo- dice inorridita- pure la carta igienica da casa ci chiedono di portare». La protesta è andata avanti fino a che, guidate da una signora in stato di gravidanza, i genitori hanno lasciato il cortile della scuola. “E’ un episodio di una gravità sconcertante e di violenza assoluta quello che ha coinvolto una docente di sostegno che è stata aggredita da una trentina di genitori che hanno fatto irruzione in una scuola. Ci auguriamo che venga fatta presto chiarezza con l’ispezione avviata dall’Usr Campania e che anche le forze dell’ordine facciano piena luce su quanto accaduto”. Lo scrivono Irene Manzi, Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, componenti della segreteria nazionale del Pd.
CRONACA
19 novembre 2024
Castellammare, insegnante picchiata: il rione di Scanzano difende le mamme