Ci sono quattro arresti per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre 2010. Si tratta dell’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, del figlio del boss nonché collaboratore di giustizia Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso, dell’imprenditore Giuseppe Cipriano e dell’ex brigadiere dell’Arma, Lazzaro Cioffi. Il raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Roma ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, per anni a capo della compagnia di Castello di Cisterna, è stato protagonista a Napoli e provincia di indagini sui più potenti clan di camorra. E’ diventato, poi, comandante provinciale a Frosinone, e da un anno e mezzo risultava tra gli indagati per la morte di Vassallo. La ricostruzione degli inquirenti individua il movente dell’assassinio nella scoperta, da parte del sindaco, di un traffico di stupefacenti riconducibile ad ambienti camorristici e nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell’Arma. Vassallo sarebbe stato ammazzato dopo aver confidato quanto sapeva sulla vicenda all’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma prima di poter formalizzare la sua denuncia ad un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco. Sempre in base alle accuse, Cagnazzo si sarebbe speso in una attività di depistaggio delle indagini organizzata già prima che Vassallo venisse ammazzato.
L’omicidio del sindaco pescatore. Angelo Vassallo fu ucciso con nove colpi di pistola calibro 9 a bruciapelo. Sono trascorsi 14 anni. Era il sindaco-pescatore, come tutti lo chiamavano perché prima di essere primo cittadino del comune sul mare del Cilento, Pollica, per tre mandati – dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010 – era stato proprio un pescatore. Nel 2010 Vassallo era stato eletto per il quarto mandato. Esponente del Pd, in passato era stato anche consigliere provinciale a Salerno. Oltre alla carica di sindaco, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del Parco, organo consultivo e propositivo dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, composto da 80 comuni del Cilento e del Vallo di Diano e da otto Comunità montane. La sua Pollica l’aveva trasformata. Nel 2009 si fece promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità; proposta che fu accolta dall’Unesco il 16 novembre 2010, a Nairobi. Vassallo ha poi fondato anche il “Centro studi per la Dieta Mediterranea”. Su tutto era noto per il suo passato di pescatore e per l’amore per il mare e la terra, che nella sua attività di amministratore lo aveva sempre guidato. Ambientalista, amato dai suoi concittadini, viene ricordato anche per le sue ordinanze singolari. Nel gennaio 2010 ne firmò una che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Fu ucciso il 5 settembre del 2010, pochi giorni prima di compiere 57 anni.
Delitto aggravato dalle finalità mafiose. È aggravato dalla premeditazione e dalle finalità mafiose il reato di omicidio volontario che viene contestato, tra gli altri, al colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, coinvolto insieme con altri tre indagati nell’ inchiesta della Procura di Salerno sull’omicidio del sindaco di Pollica (Salerno) Angelo Vassallo. Il defunto primo cittadino, è l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato assassinato per avere scoperto un traffico di droga che approdava nel porto di Acciaroli. L’altro carabiniere indagato è l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, già condannato in secondo grado a 10 anni di reclusione per il suo coinvolgimento nel traffico e spaccio di stupefacenti al Parco Verde di Caivano. A lui, all’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano e all’ex capo del clan Ridosso-Loreto di Scafati, Romolo Ridosso, viene contestata la stessa ipotesi di reato in concorso. Queste accuse erano già stato formulate dai carabinieri del Ros di Roma e dall’ufficio inquirente coordinato dal procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli in occasione di una serie di perquisizioni effettuate il 28 luglio scorso.
Il sindaco di Pollica: «Che che dolore arresti forze dell’ordine». “Sono contento perché questo provvedimento, rispetto alla precedente iscrizione nel registro degli indagati, è molto piu consistente e nutre finalmente la speranza che si possa raggiungere, dopo tanto tempo, almeno una verità giudiziaria, visto che Angelo non ce lo restituiranno” ma leggere nomi di appartenenti o ex appartenenti alle forze dell’ordine “fa molto male, più di quanto si possa immaginare”. . Così a LaPresse Stefano Pisani, sindaco di Pollica (Salerno), commenta la notizia dei quattro arresti per l’omicidio di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ di Pollica ucciso il 5 settembre 2010. Tra gli arrestati c’è il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, oltre all’ex brigadiere Lazzaro Cioffi. Leggere quei nomi, dice Pisani a LaPresse, fa male “perché ogni giorno cerchi di faticare per la terra che ami e immagini di doverti confrontare, combattere, conoscendo chi sono i tuoi potenziali antagonisti. Fa male quando quelli che dovrebbero essere con te e remare nella stessa direzione sono quelli che si contrappongono in modo più violento e determinato. È una cosa che non avremmo mai voluto vedere, esponenti delle forze dell’ordine destinatari di un provvedimento cautelare per l’omicidio di un sindaco, il nostro sindaco. Aspettiamo di conoscere la verità giudiziaria, ma – conclude – è evidente che siamo in una fase importante, altrimenti la magistratura non si sarebbe mai spinta fino a un provvedimento cautelare”.
Il figlio della vittima: svolta dopo anni di dolore. “Dopo 14 anni è una svolta che non avevamo mai vissuto, erano nomi che conoscevamo perché erano oggetto d’indagini, nelle nostre dichiarazioni venivano spesso poste domande su queste persone che sono state arrestate. Ma non avevamo la certezza che poteva essere questo il filone delle indagini. A noi gli inquirenti raccontavano poco o niente”. Lo ha detto all’ANSA Antonio Vassallo, figlio di Angelo, in merito agli arresti per l’omicidio del padre. “Ora siamo curiosi di approfondire questa vicenda che abbiamo conosciuto in questo percorso e prima non ne conoscevamo assolutamente la dinamica. Non capivamo cosa poteva essere successo, non conoscevamo questo filone, di questa droga che arrivava e che non abbiamo mai visto. Tutta questa realtà che mio padre aveva conosciuto ancor prima di tanti investigatori e inquirenti”.
La fondazione chiede ispezioni in Comune. “La nostra determinazione è stata ripagata dall’incontro con il procuratore Giuseppe Borrelli, che ha creduto in questo filone di indagine, portandoci finalmente alle prime svolte concrete in una vicenda drammatica che ha segnato la nostra famiglia e tutto il Cilento”. Lo sottolineano, in una nota, Dario e Massimo Vassallo, presidente e vice presidente della Fondazione Angelo Vassallo nonché fratelli del sindaco ucciso. E aggiungono: “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per la quale chiediamo giustizia piena”. Tra i quattro arrestati ci sono anche due carabinieri “a conferma della pista che la Fondazione ha perseguito dal 2011”. A fronte di queste novità, la Fondazione chiede ufficialmente al ministro dell’Interno “di disporre un’ispezione urgente presso il Comune di Pollica”. “L’omicidio di Angelo Vassallo non si è fermato il 5 settembre 2010: i danni morali e materiali alla comunità e alla nostra terra continuano a distanza di 14 anni, due mesi e due giorni – proseguono Dario e Massimo Vassallo – In questo giorno importante, chiediamo allo Stato di fare piena luce, non solo sull’omicidio, ma anche sulle gestioni amministrative che hanno inciso profondamente sul Comune di Pollica e sul Cilento”. In linea con questa richiesta, la Fondazione annuncia che il “proprio impegno proseguirà, insieme alla commissione d’indagine per il “Sistema Cilento e l’omicidio di Angelo Vassallo”, promossa dal senatore Antonio Iannone e dal deputato Pino Bicchielli”.