Nessuna forma di incapacità di intendere e volere, neppure parziale, si ravvisa nel 17enne accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio. Lo scrive la gip del Tribunale per i minorenni di Napoli, Anita Polito, nell’ordinanza con la quale dispone la custodia cautelare in istituto penale minorile per il giovanissimo indagato. In sede di udienza di convalida del fermo eseguito nei confronti del 17enne accusato di omicidio, il suo avvocato Luca Raviele ha presentato la documentazione medica attestante una patologia psichica del suo assistito e una perizia del 2022 eseguita su incarico del pm nell’ambito di un procedimento sempre del 2022, concluso con la non imputabilità del 17enne.
Secondo il gip, però, dallo svolgimento dell’esame dell’indagato e dal tenore delle sue dichiarazioni non si ravvisa in lui alcuna forma di incapacità di intendere e di volere, neppure parziale.Il 17enne, che è stato rintracciato dai Carabinieri nel pomeriggio del 2 novembre in un’abitazione al corso Sirena, nel quartiere Barra di Napoli, ha riferito al giudice la sua versione di quanto accaduto nella piazza del Municipio di San Sebastiano al Vesuvio, e cioè che era lì per incontrare una ragazza quando un giovane gli avrebbe dato volutamente un calcio a una gamba, sporcandogli le scarpe Versace da 500 euro che indossava.
Lui, dopo avergli detto che poteva almeno chiedere scusa, si sarebbe diretto verso la sua auto, che guidava senza patente, per andare via insieme a un amico, quando avrebbe visto avvicinarsi uno dei ragazzi con i quali aveva avuto la discussione, che gli avrebbe lanciato una grossa pietra intimandogli di uscire dall’auto, seguito dagli amici alcuni dei quali si sarebbero posti davanti all’auto impedendogli di allontanarsi. Inoltre, uno di questi lo avrebbe preso per un braccio, mentre un altro impugnando un coltello avrebbe cercato di colpirlo. A quel punto, per difendersi, avrebbe estratto la pistola e senza neppure guardare fuori dal finestrino, quindi “alla cieca”, avrebbe esploso due colpi di pistola dal finestrino per poi scappare.
Da San Sebastiano al Vesuvio il 17enne è quindi tornato a Napoli, recandosi nella zona dei “baretti” di Chiaia dove si è sbarazzato della pistola e della scheda telefonica. Ai Carabinieri che lo hanno sottoposto a fermo ha spiegato di non essersi reso conto di aver colpito un ragazzo in pieno petto e di averne ferito un altro, in quanto dopo che aveva sparato tutti erano fuggiti via. Il 17enne ha inoltre ammesso di aver avuto un altro litigio quella stessa notte, poco prima di quello con Santo Romano e i suoi amici, negando di aver puntato una pistola sotto il mento del giovane con il quale aveva avuto un alterco, circostanza riferita da un testimone. Secondo il gip risultano inverosimili le dichiarazioni rese dall’indagato nel tentativo di difendersi e che mostrerebbero una lucidità e scaltrezza mal conciliante con l’asserita incapacità di intendere e di volere.