I carabinieri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico Gionta, operante nel comune di Torre Annunziata e zone limitrofe. In particolare, gli indagati avrebbero costretto l’ex dirigenza del Savoia calcio a consegnare una somma di denaro di circa tremila euro per consentire di proseguire nell’attività sportiva. Avrebbero inoltre concesso prestiti usurari ad un imprenditore nel settore ittico, che sarebbe poi stato pesantemente minacciato per costringerlo alla restituzione del denaro.
IL DS CONVOCATO A CASA DEL BOSS. «Protezione e appoggio» del clan Gionta in cambio di una tangente di 2-3mila euro. Questa la richiesta che Felice Savino, uno dei 5 destinatari di misura cautelare emessa dal gip di Napoli dopo indagini dei carabinieri a Torre Annunziata, avrebbe fatto a Carmine Palumbo, ex direttore sportivo del Asd Fc Giugliano 1928, nota come Savoia calcio. Quest’ultimo sarebbe stato convocato sul terrazzo dell’abitazione di Savino, che è ai domiciliari, da Ciro Scognamiglio, anche lui tra gli arrestati, che al termine dell’incontro invita il ds a «tenersi buono questo qui» accondiscendendo alla sua richiesta di denaro.
GLI INDAGATI. Lo spaccato emerge nell’inchiesta dei militari dell’Arma di Torre Annunziata che ha portato il gip Giovanni de Angelis a spiccare il mandato di arresto, provvedimento che l’AGI ha visionato. Misura che interessa anche Filomena Bove, moglie di un altro indagato, Salvatore Ferraro, anche lei non nuova a problemi con la Giustizia, chiamata in causa per un prestito usuraio concesso nel 2021 di 20.350 euro a un imprenditore del settore ittico, G.N., minacciandolo per ottenere la restituzione degli interessi. Filomena Bove, in una occasione, ad avvicinare la compagna dell’uomo, dicendole che il gruppo avrebbe trattenuto nella sua abitazione i genitori dell’imprenditore fino al versamento del denaro.
L’ATTUALE SOCIETA’ ESTRANEA AI FATTI. In una nota diffusa questa mattina, l’attuale società del Savoia ha chiarito di non essere coinvolta in questa vicenda. «L’attuale vicenda emersa da notizie di stampa non riguarda l’attuale società, che non ha mai ricevuto alcuna richiesta estorsiva», si legge in una nota del Savoia 1908 Fc, di proprietà della Casa Reale Holding spa, presieduta da Emanuele Filiberto di Savoia. «Oggi più di prima le notizie diffuse mettono in evidenza che abbiamo salvato il Savoia e il nome di Torre Annunziata, rilevando il club che era nel mirino della camorra». «Noi non consentiremo a nessuno di potersi avvicinare alla nostra società e che possano ripetersi episodi del genere che, qualora venissero accertati perché ancora in fase di indagini da come leggiamo, sarebbero gravissimi. La nostra società sta lavorando da dicembre 2022 per ridare la giusta immagine al Savoia e fare in modo che si elimini questo accostamento alla camorra che, purtroppo, ha devastato questa città. Noi continueremo nel nostro lavoro per portare avanti il progetto di un calcio pulito, togliendo i ragazzi dalla strada con la nostra Academy che già conta oltre 250 ragazzi e fare in modo che certe cose non accadano più. Purtroppo, quando si verificano episodi del genere bisogna affidarsi alla giustizia e alle forze dell’ordine che stanno facendo un importante lavoro sul territorio. Ciò che leggiamo rappresenta il passato rispetto al Savoia Calcio e certe cose non devono più accadere, ma se dovessero ripetersi diciamo che è importante non avere paura e denunciare subito. Abbiamo strappato questa squadra dalle mani della camorra, come ribadito anche da Emanuele Filiberto in un recente comunicato, e continueremo nel nostro progetto per contribuire al riscatto della città e di tutto il territorio».