Nomi in codice per riferirsi alle forze dell’ordine, linguaggi criptici e cellulari protetti da sofisticati sistemi di cifratura: sono questi alcuni degli elementi emersi dalle indagini che, mercoledì scorso, hanno portato all’arresto di 15 persone tra Napoli e Torre Annunziata, smantellando una vera e propria holding della droga. L’operazione ha messo in luce una complessa rete criminale ben organizzata e ramificata, con il gruppo partenopeo del quartiere Arenaccia che svolgeva il ruolo di grossista e quello oplontino impegnato nella distribuzione della droga nell’hinterland torrese, estendendo le sue operazioni fino alla provincia di Salerno. Base operativa a Torre Annunziata era una pizzeria utilizzata come sito di stoccaggio per la droga, con il titolare della stessa già arrestato e condannato nel 2021. Ad impressionare, la capacità logistica del gruppo, con il rifornimento che avveniva in maniera fluida e costante grazie a contatti con fornitori italiani ed esteri, e la massima cautela con la quale avvenivano le comunicazioni tra i membri del sodalizio criminale. I soggetti, infatti, utilizzavano telefoni criptati con tecnologia PGP, solitamente adottata in contesti militari per la protezione delle informazioni sensibili. Un aspetto particolarmente ingegnoso dell’operazione era l’uso di linguaggi segreti e segnali in codice per evitare di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine. I membri dell’organizzazione erano altamente addestrati nel comunicare senza mai fare riferimento diretto a persone o luoghi compromettenti. Anche un semplice colpo di tosse al telefono poteva essere il segnale per convocare chi si occupava della custodia della droga, mentre le forze dell’ordine non venivano mai nominate direttamente nelle conversazioni: per depistare eventuali intercettazioni, erano indicate con nomi di squadre di calcio. Così, «Milan» era il codice per i carabinieri, «Lazio» per la polizia e «Parma» per la Guardia di Finanza. Questo sistema di comunicazione ingegnoso ha permesso al gruppo di operare nell’ombra per diverso tempo, riuscendo a mantenere un alto livello di discrezione nelle operazioni, tanto da estendere il traffico di droga oltre i confini regionali. Gli inquirenti, tuttavia, grazie a un’attenta attività di intercettazione e monitoraggio, sono riusciti a decifrare il linguaggio in codice utilizzato e a ricostruire i movimenti del gruppo. Tra questi, viaggi frequenti nella provincia di Reggio Calabria, precisamente nella Locride. L’operazione che ha portato all’arresto dei 15 membri rappresenta un colpo duro alla criminalità organizzata, ma soprattutto svela l’enorme livello di sofisticazione e professionalità con cui queste reti operano, utilizzando strumenti tecnologici avanzati e un linguaggio criptico per evitare di essere smascherati. Una operazione che ha così messo fine ad un’altra costola dello spaccio di droga che continua a rappresentare un vero e proprio cancro in città nonostante le continue operazioni della polizia di Stato e i controlli.
CRONACA
11 ottobre 2024
Una pizzeria di Torre Annunziata era la base della cosca per lo stoccaggio di droga