Massimiliano Manfredi, consigliere regionale del Pd, figura di riferimento del partito campano. Inutile negare che si lavori già alle Regionali del 2025.
Secondo lei che bilancio complessivo porta l’esperienza di De Luca e il lavoro svolto dalla sua maggioranza? «Rispetto alle condizioni ereditate dalla Giunta Caldoro, portiamo a casa un bilancio positivo con sostanziali miglioramenti in diversi campi, dagli investimenti alle opere pubbliche, ma anche su ambiente e opere fognarie. In un settore deficitario, come la sanità, siamo usciti dal commissariamento e ci siamo posti in una posizione di pari dignità con gli altri sistemi sanitari. La Campania è stata la prima regione a introdurre lo psicologo di base, è all’avanguardia sulla psicologia scolastica, sulla pet therapy e sulla psiconcologia. Sulla medicina territoriale bisogna aprire una nuova stagione: è inutile fare la conta delle barelle negli ospedali se non si rilancia seriamente l’assistenza sui territori. Sui trasporti, dove eravamo al palo, abbiamo compiuto sensibili miglioramenti, offrendo anche il trasporto gratuito agli studenti. Restano forti criticità, per esempio sulla Circumvesuviana, dove paghiamo lo scotto di infrastrutture vecchie e del ritardo nella consegna dei nuovi treni, dovuto al Covid. È evidente che oggi la Campania è migliore di quella che abbiamo ereditato, ma bisogna insistere, sfruttando anche le risorse europee, i fondi Fsc e quelli del Pnrr».
E’ ancora sul tavolo la questione del terzo mandato: lei come si schiera?
«E’ noto che non sono mai stato contrario al terzo mandato, né per i sindaci, né per i governatori. Se n’è discusso in Parlamento, dove la maggioranza di governo, ma anche il Pd, hanno votato contro la possibilità di un terzo mandato. Visto che il quadro legislativo nazionale è rimasto immutato, bisogna chiarire al più presto la cornice giuridica all’interno della quale prevedere la possibilità di un terzo mandato, mettendone poi al corrente il Consiglio. Questo serve a prescindere dalle valutazioni politiche che ognuno potrà legittimamente fare. Il gruppo del Pd, con il capogruppo Mario Casillo, sta lavorando in raccordo con la maggioranza e in un confronto positivo con le opposizioni per dare alla Campania una nuova legge elettorale. Quella attuale, infatti, penalizza le forze politiche nazionali, perché l’attribuzione dei seggi avviene senza sbarramento e senza tenere conto del Metodo D’Hondt. È un sistema che va modificato e sono certo che grazie al lavoro che stiamo facendo, già a inizio 2025 potremo incardinare il testo di modifica della legge, sulla quale cercheremo il più ampio consenso possibile».
In questi giorni tiene banco il dibattito sul campo largo: i Cinque Stelel vogliono sfilarsi e non sono favorevoli ad accordo con Renzi. Teme che questa scelta possa avere ripercussioni anche qui?
«Partiamo dalla lezione che l’elettorato ci ha dato alle ultime Politiche. Il centrosinistra, presentandosi diviso in tre tronconi, ha consentito alla destra, che con poco più del 40% è minoranza nel Paese, di avere quasi il 65% dei seggi. Oggi questa maggioranza sta governando il Paese mettendo in campo provvedimenti che spaccano l’Italia e penalizzano il Sud, come l’autonomia differenziata. Dobbiamo mettere da parti rancori, egoismi e personalismi e valorizzare i modelli di governo che funzionano. Oggi Napoli e la Campania sono il vero laboratorio politico del centrosinistra, che governa la città capoluogo e oltre il 90% dei Comuni dell’area metropolitana, con una maggioranza larga che tiene insieme non solo Pd e M5s, ma anche forze civiche e moderate. Questo ci consente non solo di ottenere larghe vittorie, tanto che a Napoli e provincia abbiamo ottenuto il miglior risultato d’Italia (8-0 nei Comuni sopra i 15mila abitanti), ma è anche un modello di governo che dà risultati positivi e che rappresenta un’ulteriore estensione della maggioranza larga che abbiamo in Regione. Mi auguro che si superino le divisioni nazionali e che non ci siano ripercussioni negative nelle realtà territoriali che funzionano bene, per presentarci alle Regionali con lo stesso quadro politico di alleanze che ha vinto a Napoli».
Lei è anche vice presidente della commissione ambiente in Regione: soddisfatto del lavoro portato avanti in questi anni?
«Abbiamo fatto un lavoro eccellente innanzitutto per quanto riguarda l’idrico-fognario e la balneabilità del mare. Sulla balneabilità sono stati ottenuti risultati storici: c’erano zone come Castel Volturno, il Villaggio Coppola e in parte anche la Penisola Sorrentina, che erano state abbandonate. Oggi la Campania può vantare 20 bandiere blu, che sventolano non solo in Cilento, ma anche nel litorale casertano. Abbiamo garantito il ritorno alla balneabilità nell’area metropolitana di Napoli, a cominciare da Castellammare, Ercolano, Torre Annunziata e Torre del Greco. Oggi l’accesso al mare è giusto, libero e popolare, come sancisce anche l’approvazione del Puad, nel quale abbiamo scelto di destinare a spiaggia libera non meno del 30% del territorio di ogni litorale. Sul piano fognario, nelle aree del Nolano-Vesuviano martoriate dagli allagamenti, sono aperti oltre 48 cantieri per la realizzazione di opere importantissime, come la pulizia e il dragaggio degli alvei. In intere zone della provincia di Napoli, sprovviste del sistema fognario, sono state completate le opere senza gravare sulle tasche dei cittadini, grazie anche all’aiuto dei gestori. La legge di riforma dei Distretti idrici sta funzionando e stiamo incentivando la nascita delle comunità energetiche, partendo da quella di San Giovanni a Teduccio, che sono modelli di innovazione ed esempi positivi di economica circolare». I recenti fatti di cronaca hanno portato alla ribalta pratiche discutibili? Ritiene che vi sia una questione morale da affrontare nel partito? «Conosco Alfieri come un ottimo amministratore. I capi di imputazione sono gravi e, come ho sempre detto quando si trattava di altri amministratori del centrosinistra o del centrodestra, mi auguro che le persone coinvolte possano dimostrare la propria estraneità. Ribadisco il pieno sostegno all’attività della magistratura e non entro nel merito di una vicenda che riguarda il territorio del Salernitano e di cui non conosco gli elementi per dare un giudizio. Non credo però che ci sia alcuna questione morale che riguardi il Pd. Si tratta di episodi, che in passato hanno coinvolto altri amministratori, di entrambi gli schieramenti politici, che vanno chiariti ma che non intaccano il prezioso e corretto lavoro svolto dagli amministratori del Pd sul nostro territorio».