Torre del Greco. Doveva essere il giorno della svolta dopo un’attesa lunga sei anni, il «segnale» lanciato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella della volontà di sostenere – proprio alla vigilia del Vesuvio Pride – la battaglia per i diritti civili e contro ogni forma di discriminazione. Invece, l’ultima seduta del consiglio comunale si è trasformata nell’ennesima occasione persa per Torre del Greco. Perché l’ordine del giorno presentato da un gruppo di consiglieri comunali di minoranza per l’istituzione della commissione pari opportunità è stato nuovamente frenato – così come accadde lo scorso mese di gennaio in occasione di un’analoga iniziativa del Pd – e rinviato a data da destinarsi.
L’ultimo cavillo
È stato direttamente il sindaco Luigi Mennella – letteralmente messo in croce negli ultimi giorni dalla cuginetta Iolanda Mennella, l’unica delegata alle pari opportunità all’ombra del Vesuvio già dai tempi di Giovanni Palomba – a chiedere in aula di «congelare» la discussione sull’ordine del giorno per chiedere una preventiva revisione dello statuto e del regolamento comunale. «Accolgo con piacere la proposta degli esponenti di minoranza – la premessa del primo cittadino – perchè la difesa dei diritti civili deve essere un obiettivo comune. Non a caso già il gruppo consiliare del Pd aveva promosso un’analoga iniziativa. Ma, studiando lo statuto e il regolamento, ci siamo resi conto della necessità di aggiornare alcuni articoli in modo da rendere armonica e concreta l’intera procedura. D’altronde neanche la precedente amministrazione comunale (in cui la delegata alle pari opportunità era sempre Iolanda Mennella, ndr) ha istituito la commissione alle pari opportunità, non c’è motivo di andare di fretta e rischiare di sbagliare». Una tesi condivisa a malincuore dal capogruppo dei dem Vittorio Guarino, preso in mezzo tra la volontà di portare avanti una battaglia-chiave dei democrat e la necessità politica di accontentare il sindaco (e la sua cuginetta, mai intervenuta in aula per esporre il proprio «autorevole» punto di vista). Il primo cittadino si è assunto il compito di scrivere al presidente della commissione affari generali – ironia della sorte proprio Felice Gaglione, il partner elettorale di Iolanda Mennella – per sollecitare una «celere revisione» di statuto e regolamento comunale per arrivare all’istituzione della commissione pari opportunità. Un «compito» portato a termine in meno di 12 ore, in modo da (provare a) dare il via ai lavori in tempi brevi.
Il retroscena
L’ennesima frenata in consiglio comunale era stata «annunciata» da una serie di incontri – caldeggiati sempre dalla delegata «unica» alle pari opportunità – finalizzati a trovare un’escamotage per rinviare nuovamente l’istituzione dell’organismo consultivo per i diritti civili. Riunioni in cui il Pd aveva ripetutamente ribadito la necessità di colmare un imbarazzante vuoto istituzionale, prima di essere costretto ad alzare bandiera bianca davanti ai «capricci» di Iolanda Mennella.
Il precedente di Stilo
D’altronde non è la prima volta che l’istituzione della commissione pari opportunità viene bloccata da una donna. Era già successo all’epoca del secondo mandato da sindaco di Ciro Borriello: alla guida dell’assessorato alle pari opportunità c’era Romina Stilo – la pupilla dell’ex leader del centrodestra di Torre del Greco – pronta a puntare i piedi per non rischiare di vedere «offuscato» il proprio ruolo dall’istituzione dell’organismo rosa. A distanza di 10 anni sono cambiati gli schieramenti e le donne, ma la «musica» per i diritti civili resta (desolatamente) la stessa.
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