“Si stanno creando le condizioni in Campania della messa in discussione dell’assistenza primaria per i cittadini campani a causa dei pensionamenti dei medici di medicina generale e per l’impossibilità di coprire i posti mancanti nelle zone carenti di medici nella nostra regione dovuto al fatto che non si riesce a coprire ben 222 incarichi vacanti di assistenza primaria a ciclo di scelta per l’anno 2024”. Così, in una nota, Giovanni Senese, Segretario Regionale dello Smi Campania, commentando i dati dell’ultimo report riferiti al 2024 per l’assegnazione incarichi vacanti di assistenza primaria a ciclo di scelta, contenuti nel decreto dirigenziale 41 di qualche giorno fà della Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale della Campania. “I pensionamenti – sottolinea – non sono coperti da giovani medici perché il sistema formativo, quello delle borse di studio non assicura il ricambio generazionale nella professione medica in tempi certi. Per queste ragioni lo Smi, a livello nazionale reclama con forza l’istituzione di una scuola di specializzazione per i medici di medicina generale che faccia superare la drammatica carenza di nuovi medici di famiglia”. Per Senese occorre, quindi, che “la parte pubblica, Governo e Regione, investa sulla medicina di prossimità con politiche che incentivino l’immissione di giovani professionisti nel campo della medicina generale. A questo quadro a tinte fosche si è giunti con politiche di tagli alla sanità, perseguite da più di dieci anni, che hanno imposto un tetto alle assunzioni del personale medico e sanitario” spiega il segretario regionale dello Smi Campania. “In Campania occorre una vera svolta per fermare la scomparsa della medicina di prossimità. Per queste ragioni chiediamo che venga convocato di urgenza il Comitato permanente regionale per individuare le possibili misure e gli incentivi di competenza regionale a supporto della professione medica, minacciata anche – conclude il segretario Smi Campania – dagli effetti dell’autonomia differenziata. Occorre garantire l’assistenza medica a tutti i cittadini campani e coprire le zone carenti di medici”. Alla base di questa crisi ci sono diversi fattori, molti dei quali interconnessi. Uno dei principali è il pensionamento di un numero sempre maggiore di medici di famiglia. Molti professionisti che erano stati assunti tra gli anni ‘70 e ‘80 stanno ora lasciando la professione senza un adeguato ricambio generazionale. A ciò si aggiunge una riduzione del numero di giovani medici che scelgono questa specializzazione. La formazione di nuovi medici di base è insufficiente rispetto alla domanda, e molti neo-laureati preferiscono specializzarsi in altre aree della medicina, attratti da prospettive economiche e di carriera più allettanti. Un altro problema è legato alle condizioni di lavoro. I medici di famiglia denunciano da tempo un carico di lavoro sempre più pesante, con burocrazia eccessiva e stipendi che non riflettono adeguatamente le responsabilità e lo sforzo richiesti. La gestione di un numero crescente di pazienti, con un invecchiamento progressivo della popolazione e l’aumento di malattie croniche, rende il lavoro del medico di base sempre più complesso e oneroso.
CRONACA
27 settembre 2024
Allarme sanità: mancano duecento medici di famiglia in Campania