Un asino di peluche con lo stemma del Napoli spuntato fuori dalle macerie, sporco di polvere e terreno. Poi un altro pupazzo di Spongebob giallo, un orsacchiotto bianco, una macchinina della polizia e infine una Barbie che apparteneva alla piccola Lia. Sono poggiati sulle scale, davanti alla porta di ingresso di quel che resta della palazzina di due piani di Saviano distrutta dall’esplosione di una bombola di gas alle 7 di mattina di due giorni fa. In mezzo due mazzi di fiori, poggiati nel ricordo delle vittime di una strage dolorosa. Su quei fiori un biglietto, la firma è dei cugini della famiglia Zotto: sono devastati dal dolore. Uno squarcio nel cuore, lo stesso che l’intera comunità di Saviano ha. Poi due lumini, una luce perpetua laddove il buio ha inghiottito e distrutto una famiglia felice. Quello sull’uscio dell’immobile che non c’è più è un altare improvvisato, vuole ricordare le vittime di una tragedia che resterà a lungo impressa negli occhi di chi domenica mattina era in strada a pregare e ad aiutare i soccorritori nelle operazioni di scavo tra le macerie, a recuperare i corpi di chi mai avrebbe creduto che quel tetto sicuro si sarebbe trasformato in una tomba. Il giorno dopo il crollo della palazzina al civico 5 di via Tappia, a Saviano, il brusio della lunga e infernale domenica, intervallato dalle indicazioni dei vigili del fuoco e dei volontari impegnati nelle operazioni di soccorso, non c’è più. Ha lasciato spazio al silenzio; alla consapevolezza di una strage che s’è portata via due bambini, una mamma e una nonna e alle speranze di non vedere l’unico piccolo sopravvissuto orfano anche del padre che lotta per la vita. C’è tutto questo nelle mani dei parenti del piccolo Gennaro e di Antonio Zotto, i superstiti dell’esplosione per una fuga di gas, che continuamente strisciano contro volto e capelli. Ogni volta che lo sguardo va sulle macerie c’è chi porta le mani al volto e fa fatica a trattenere, ancora oggi, le lacrime. Negli occhi la rassegnazione perché Autilia di 79 anni, Vincenza di 41 anni, la piccola Lia di 4 anni e Giuseppe di 6 anni non torneranno più. La procura di Nola ha aperto un’inchiesta con l’obiettivo di far luce su quanto accaduto e di provare a capire cosa abbia innescato quell’esplosione fatale. Sarà effettuata anche l’autopsia sui corpi delle quattro vittime, per i funerali bisognerà attendere ancora qualche giorno.
Le condizioni dei due sopravvissuti – Le preghiere dei parenti della famiglia Zotto e di tutta la comunità ora sono tutte rivolte a chi sta lottando per non morire. Ai due sopravvissuti, ai superstiti di questa tragedia: Antonio Zotto, il salumiere del supermercato papà dei tre piccoli, e il piccolo Gennaro di due anni. Preoccupano le condizioni del 40enne, ricoverato nell’ospedale Cardarelli di Napoli in coma farmacologico. L’uomo ha riportato ustioni profonde sul 40 per cento del corpo, oltre a fratture costali e un trauma pneumotoracico. Le sue condizioni vengono ancora considerate critiche dai medici del Cardarelli. Al momento, fanno sapere i medici, le sue complesse condizioni generali rendono impossibile sciogliere la prognosi, che resta riservata. «È ancora presto per fare previsioni» spiegano i sanitari del Cardarelli. «Il quadro clinico è complesso, servirà tempo per poter sciogliere ogni riserva» – dicono ancora dal nosocomio – «Non sarà un percorso facile». Antonio lotta strenuamente tra la vita è la morte in un letto d’ospedale, si è salvato soltanto perché si trovava in bagno al momento dell’esplosione Situazione meno grave quella del piccolo Gennaro, 2 anni, portato all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Il bimbo, ricoverato nel reparto di Chirurgia pediatrica diretto da Giovanni Gaglione, non presenta una frattura del femore ma solo alcune lesioni a organi interni e una lieve contusione polmonare, provocate dall’impatto a seguito del crollo, che necessitano di costante osservazione. La comunità di Saviano, sgomenta all’indomani della tragedia che ha distrutto una famiglia, trattiene il fiato e spera che padre e figlio possano ristabilirsi quanto prima.
La messa in sicurezza del quartiere – Mentre si aspettano di conoscere novità sul fronte ospedaliero, in via Tappia – dove nella notte è stato recuperato il cadavere di nonna Autilia Ambrosino, che avrebbe compiuto ottant’anni tra un mese – sono iniziate le operazioni di messa in sicurezza del quartiere. L’esplosione nella casa della famiglia Zotto ha causato danni anche alle altre abitazioni, alcune sono state sgomberate in via precauzionale. Ieri mattina sono iniziati i lavori affinché altre porzioni dell’immobile, ora sequestrato su ordine della Procura della Repubblica di Nola, cedessero. Tutto sotto lo sguardo dei parenti, la zia Clelia e gli altri che sono arrivati dal nord per quella che è una tragedia immane. Nel frattempo si attende la relazione dei vigili del fuoco, un documento necessario per capire cosa abbia innescato l’esplosione che ha distrutto una tranquilla famiglia del Nolano. Una fuga di gas o il malfunzionamento di una bombola, sono le ipotesi al vaglio dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna che avranno il compito di far luce sul terribile incidente domestico. Una verità per chiudere il caso dal punto di vista investigativo, ma che non restituirà quattro vite spezzate in una tranquilla domenica di settembre.
Il prefetto di Napoli di nuovo a Saviano – Intanto ieri sul luogo della tragedia, tra le macerie di via Tappia, è tornato anche il prefetto di Napoli che domenica era stato a lungo tra quelle strade per portare il segno delle istituzioni e la vicinanza a una comunità distrutta dal dolore. Dopo un vertice in municipio, Michele Di Bari ha rinnovato la sua vicinanza ai parenti della famiglia Zotto, devastati dalla tragedia e ancora ieri nei pressi dell’abitazione in cui hanno perso la vita quattro persone. Il prefetto ha incontrato il sindaco di Saviano, Vincenzo Simonelli, nella sede del Comune. «Tutto ciò che dev’essere fatto va fatto, perché dobbiamo fare in modo che al lutto non si sommino eventualmente altre criticità, questo è l’obiettivo che dobbiamo porci», ha spiegato il prefetto di Napoli al termine dell’incontro a palazzo di città. Allo stesso tempo ha ribadito «la vicinanza affettuosa alla famiglia, ai congiunti che stanno piangendo i loro morti, e la speranza che le due persone ricoverate in ospedale possano ristabilirsi quanto prima. La volontà che questa vicinanza non sia episodica ma costante». Il prefetto ha rivolto un ringraziamento «a tutte le forze di polizia, ai carabinieri, ai vigili del fuoco, ai tanti volontari, alla Croce Rossa, che ieri hanno fatto un lavoro straordinario. È stata una lezione di coralità istituzionale che merita di essere esaltata. Tutti hanno fatto sentire questa famiglia, che già aveva sofferto la perdita dei propri cari, al centro, la comunità si è stretta a loro per tentare, dove possibile, di alleviare la sofferenza. È questo lo spirito con il quale bisogna andare avanti».