Torre del Greco. L’autunno sarà la stagione dell’amore arcobaleno a Torre del Greco, ma un’ombra nera si allunga sul settore pari opportunità del Comune e rischia di guastare il clima di festa per il Vesuvio Pride in programma il 28 settembre. Perché durante le fasi organizzative degli eventi culturali e aggregativi destinati a segnare le tappe di avvicinamento alla manifestazione promossa dalla comunità Lgbtiq+ sono emersi alcuni commenti social destinati inevitabilmente a imbarazzare il sindaco Luigi Mennella – primo sostenitore del Vesuvio Pride – e la sua squadra di governo cittadino.
(Im)pari opportunità
Il caso è scoppiato durante alcune ricerche sulle iniziative inclusive organizzate dal Comune per promuovere le pari opportunità all’ombra del Vesuvio. Nel corso della navigazione sul web diversi attivisti della comunità Lgbtiq+ si sono imbattuti in un articolo di Metropolis Quotidiano del giugno 2022 relativo all’unione civile – celebrata da Carmela Pomposo, all’epoca esponente della maggioranza targata Giovanni Palomba e oggi seduta tra i banchi dell’opposizione – tra due donne della città del corallo: una storia d’amore sbocciata prima della pandemia e coronata dal sì all’interno della sala matrimoni degli ex Molini Meridionali Marzoli. «Adesso desideriamo un figlio per creare una famiglia da vivere in amore», il sogno espresso dalle novelle sposine. Parole inevitabilmente capaci di scatenare migliaia di reazioni e commenti del popolo dei social, con opinioni contrastanti e – a volte – decisamente retrograde. Una (triste) realtà diventata insopportabile agli occhi della comunità Lgbtiq+ quando – scorrendo il lungo elenco di commenti – sono spuntate fuori le «considerazioni» di chi, in teoria, dovrebbe essere il primo sostenitore delle pari opportunità. In calce all’articolo pubblicato sulla pagina Facebook di Metropolis Quotidiano c’è, infatti, un commento dell’attuale dirigente alle pari opportunità del Comune – nominato dal sindaco Luigi Mennella con un ricco contratto a progetto – non propriamente a sostegno del sogno delle due sposine: «Un padre e una madre – scriveva Alessandro Borrelli, oggi a capo delle politiche sociali del Comune – e basta con queste scelte contro natura». Parole pesanti come macigni, capaci di scatenare – insieme a una quarantina di reazioni di approvazione – una valanga di critiche davanti a cui l’attuale dirigente comunale alle pari opportunità rispondeva a muso duro: «Tu cerca di arrivarci all’età della mia meravigliosa generazione – la risposta a una furiosa internauta – Può darsi che lo lasci prima questo merdoso mondo». Insomma, non propriamente il migliore dei biglietti da visita per chi – a breve – potrebbe occuparsi delle iniziative collaterali al Vesuvio Pride.
Il precedente
D’altronde, già in passato gli esponenti di palazzo Baronale erano saliti agli «onori» delle cronache per uscite «infelici» sui social su temi delicati come razzismo e omofobia. Già nel luglio 2013, l’attuale consigliere comunale di maggioranza Felice Gaglione – all’epoca capogruppo del Pdl nel centrodestra e oggi partner elettorale di Iolanda Mennella, ironia della sorte delegata proprio alle pari opportunità – fu protagonista di uno squallido show su Facebook, con una serie di post e commenti razzisti e omofobi: «Avete voluto gli extracomunitari e mo fottetevi» e «facciamo il registro per le unioni civili a Torre del Greco, che schifo», alcune delle riflessioni che indussero i big del centrosinistra a chiedere le dimissioni dell’allora presidente della commissione trasparenza. Felice Gaglione poi si scusò, ma successivamente – in diverse occasioni – ha dimostrato di non avere cambiato idea. Insomma, non propriamente il viatico migliore in vista della festa arcobaleno del 28 settembre peraltro caldeggiata da diversi rappresentanti della maggioranza, a partire dai consiglieri comunali del Pd e del M5S, scesi in campo in prima persona per promuovere l’evento abbatti-barriere. Non a caso, diversi esponenti della comunità Lgbtiq+ sono ora intenzionati a chiedere spiegazioni e chiarimenti al sindaco Luigi Mennella per scongiurare il rischio di «incidenti diplomatici» durante il corteo che dovrebbe partire e arrivare a piazza Santa Croce, cuore del centro cittadino.
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