POLITICA Torre del Greco, il «papocchio» dell’Oiv: lo spettro della Corte dei Conti
Torre del Greco. Un decreto «urgente» per rispettare le «indicazioni» arrivate dal dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri e per provare a risolvere senza ulteriori danni il «papocchio» dell’organismo indipendente di valutazione di palazzo Baronale: a meno di 48 ore dal secondo «richiamo» arrivato dagli ispettori del Governo, il sindaco Luigi Mennella annulla le nomine «retrodatate» al primo agosto 2023 e prova a «regolarizzare» le nomine dei tre componenti dell’Oiv con un mandato triennale a partire dal 27 agosto 2024. Un’affannosa corsa ai ripari, inevitabilmente destinata a nuovi strascichi sull’asse Comune-Ministero e non solo. Perché la «toppa» di fine estate non solo conferma il «buco» del mancato rinnovo del collegio per un anno, ma allunga pericolose ombre sulla validità (e legittimità) degli atti eventualmente firmati dall’Oiv durante il periodo di «vacatio» del mandato.
Le tre conferme
Partiamo dalla fine. Dopo la seconda nota firmata da Paola Finizio – direttore del dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri – il primo cittadino ha subito annullato il decreto con gli incarichi «retrodatati» (per mero errore, si legge nella rettifica «posticcia») e ha proceduto alla firma di un nuovo atto per nominare i componenti dell’organismo indipendente di valutazione. Nessuna sorpresa riguardo ai nomi. A dispetto delle «osservazioni» degli ispettori del Governo e delle 162 domande arrivate in municipio, Luigi Mennella ha (nuovamente) confermato i professionisti già scelti dal suo predecessore nel luglio del 2020: l’ex segretario generale Pio Amato, l’ex assessore Filippo Borriello – all’epoca fedelissimo di Ciro Borriello – e il presidente Flavia Tocci, moglie di un ex consigliere comunale di Boscoreale legato a doppio filo al consigliere regionale Mario Casillo.
Il rebus della «vacatio»
Il nuovo decreto «urgente» cancella alcune anomalie rilevate dal dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri, ma non risolve il rebus della «vacatio» di un anno del mandato dei tre componenti dell’Oiv. Con tutte le conseguenze del caso. Perché come sottolineato nella seconda nota arrivata dagli ispettori del governo «tenuto conto che l’Oiv nominato con decreto sindacale del 24 luglio 2020 risulta essere scaduto in data 31 luglio 2023 non si rilevano i presupposti dell’operatività dell’organo che, come dichiarato, sta ultimando la valutazione delle performance 2023». Insomma, i premi ai dirigenti sono a forte rischio e – in caso di pagamento – ci potrebbero essere «code» davanti alla corte dei conti. Non a caso, la conferma dei professionisti scelti da Giovanni Palomba potrebbe essere un modo per dare «continuità» all’Oiv e provare – magari con lo stesso sistema di «revoca e conferma» utilizzato per le nomine-bis – a risolvere il «papocchio» senza ulteriori danni.
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