IL CASO Nucleo di valutazione, bufera sul Comune di Torre del Greco: le nomine «retrodatate» sotto i fari del ministero
Torre del Greco. Le nomine «retrodatate» dell’organismo indipendente di valutazione del Comune finiscono sotto i fari del dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri. A meno di due settimane dal rinnovo a scoppio ritardato delle nomine scadute a luglio del 2023, gli ispettori del Governo chiedono ulteriori «chiarimenti» all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella su modalità e tempi dei tre incarichi d’oro in municipio.
Il primo allarme
La questione della «vacatio» di mandato per i componenti dell’organismo indipendente di valutazione era stata tenuta sotto traccia per circa un anno a palazzo Baronale. Dove i tre componenti nominati dall’ex sindaco Giovanni Palomba – il presidente Flavia Tocci, l’ex segretario generale Pio Amato e l’ex assessore Filippo Borriello – avevano portato avanti i propri compiti a dispetto della scadenza dei propri contratti. Un’assoluta anomalia, arrivata a inizio luglio all’attenzione del dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri. Gli ispettori del governo – attraverso una nota firmata dal direttore Paola Finizio – avevano immediatamente chiesto «informazioni in merito al procedimento di ricostituzione e nomina dell’organismo indipendente di valutazione del Comune a decorrere dal primo agosto del 2023». Una richiesta accompagnata dal «promemoria» relativo alla durata degli incarichi: «La durata dell’incarico di componente dell’organismo indipendente di valutazione – veniva evidenziato nella missiva indirizzata al segretario generale Domenico Gelormini e al sindaco Luigi Mennella – è di tre anni, rinnovabile una sola volta presso la stessa amministrazione, previa procedura selettiva pubblica». Non a caso, dopo un «letargo» lungo un anno, l’amministrazione comunale si era improvvisamente «svegliata» e aveva promosso il bando per il rinnovo delle cariche dell’Oiv. Alla gara – come ricostruito la scorsa settimana da Metropolis Quotidiano – si erano presentati 162 professionisti, ma il sindaco Luigi Mennella aveva deciso di confermare i tre componenti uscenti. Retrodatando il loro incarico di un anno, a partire proprio dal primo agosto 2023, in modo da coprire la «vacatio» di mandato e sanare eventuali atti firmati dall’Oiv.
Il nuovo affondo
Una «soluzione» evidentemente non ritenuta corretta dal dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri. In una nuova nota inviata a palazzo Baronale sempre il direttore Paola Finizio «ricorda» al segretario generale e al sindaco come «gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti» e che «gli organi amministrativi non ricostituiti entro i termini sono prorogati per non più di 45 giorni decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo». Quindi il dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri non rileva «i presupposti dell’operatività dell’organo che, come dichiarato, sta ultimando la valutazione della performance 2023». Né basta a sanare il «papocchio» la mera (e irregolare) retrodatazione degli incarichi assegnati alla vigilia di Ferragosto. Di qui, di fornire entro 10 giorni «opportune valutazioni» sulle nomine rinnovate dopo un anno dalla scadenza del mandato.
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