Un nuovo incendio a Via Montagnelle II a Torre del Greco, in un’area poco distante dal precedente ma non contigua. Ad annunciarlo una delle associazioni che si occupano del monitoraggio della zona p...
Un nuovo incendio a Via Montagnelle II a Torre del Greco, in un’area poco distante dal precedente ma non contigua. Ad annunciarlo una delle associazioni che si occupano del monitoraggio della zona pedemontana di Torre del Greco, interessata nelle scorse settimane da una serie di roghi di alta pericolosità. “Per fortuna lo abbiamo immediatamente avvistato durante il nostro classico giro di monitoraggio e dopo la segnalazione sono arrivate tempestivamente sul posto le squadre di pronto intervento per lo spegnimento” scrivono gli uomini dell’associazione. “Probabilmente questa volta l’incendio è partito da bordo strada. Dopo le tante battaglie fatte, quest’area è, purtroppo, nuovamente ricolma di rifiuti e forse proprio il rogo di questi ultimi ha generato la partenza dell’incendio boschivo” spiega l’associazione. Che punta il dito, polemico, contro le amministrazioni comunali del passato: “Giace ancora in silenzio, da anni, con le amministrazioni che si sono succedute, in qualche archivio del Comune, la nostra richiesta per mettere in sicurezza questa zona mediante apposizione di sbarra a valle per passaggio solo pedonale e degli autorizzati (con auto). Si sarebbe evitato in questo modo che l’area divenisse una discarica e probabilmente anche che prendesse fuoco. Anche questa è prevenzione e tutela del territorio” raccontano i vertici dell’associazione. Negli ultimi anni, la zona del Vesuvio è stata ripetutamente colpita da una serie di incendi devastanti che hanno distrutto migliaia di ettari di foreste, causato danni irreparabili all’ecosistema e messo a rischio la vita di persone e animali. Mentre il cambiamento climatico è spesso indicato come uno dei principali fattori scatenanti di questi roghi, dietro molti di essi si celano interessi criminali ben più complessi e radicati. I dati parlano chiaro: il numero di incendi boschivi in Italia è in aumento. Regioni come la Sicilia, la Calabria e la Sardegna sono tra le più colpite, ma nessuna parte del Paese è immune. Nel solo 2023, si sono registrati migliaia di incendi, molti dei quali di origine dolosa. Dietro questi numeri, tuttavia, non c’è solo la mano del destino o l’imprevedibilità del clima, ma anche l’azione deliberata di gruppi criminali. Il fenomeno degli incendi dolosi non è una novità per l’Italia. Le ragioni che spingono gruppi criminali o individui a provocare incendi sono molteplici. In alcuni casi, gli incendi sono appiccati per ottenere nuove terre da edificare. La distruzione delle foreste apre la strada alla speculazione edilizia, soprattutto in aree turistiche dove la pressione per nuove costruzioni è alta. Altri incendi sono legati al mondo dell’agricoltura. Un terreno bruciato può essere più facilmente utilizzato per nuovi progetti agricoli o pastorizia, grazie a norme che consentono di destinare le terre bruciate a nuove colture. Inoltre, gli incendi possono essere utilizzati come strumento di vendetta o intimidazione da parte delle mafie locali contro chi non si piega ai loro voleri.