Napoli. Li hanno ribattezzati i ‘guardiani alati’ di Pompei: Aria, il falco, e Gianna, la poiana. Tocca a loro, da due anni a questa parte, il compito – sulla scorta di un innovativo progetto di falconeria – di proteggere gli scavi di Pompei da uno dei peggiori nemici delle rovine: i piccioni. Ebbene sì, proprio loro, i temuti colombi, non proprio la più feroce delle razze tra gli uccelli, eppure capaci con il loro guano, corrosivo e ricco di acidi, di rappresentare una grave minaccia per gli affreschi e i delicati reperti archeologici. Per questo, due anni fa si è deciso di affrontare il problema in modo ecologico e sostenibile arruolando due rapaci addestrati.
L’idea alla base del progetto è semplice quanto efficace: sfruttare l’istinto di sopravvivenza dei piccioni. I rapaci, con i loro eleganti e potenti voli, simulano delle vere e proprie cacce, innescando nei piccioni una paura istintiva e naturale.
La presenza di questi predatori, anche solo per brevi periodi, è risultata sufficiente a scoraggiare le colonie di uccelli dal nidificare e sostare nelle aree archeologiche. E Gianna e Aria svolgono appieno il loro compito dominando i cieli di Pompei e incutendo timore nei piccioni, con risultati più che soddisfacenti. Si è registrata infatti una significativa riduzione della presenza di colombo tra le rovine del sito archeologico.
Inoltre l’impiego di questi predatori naturali ha permesso di evitare l’utilizzo di sostanze chimiche o dispositivi rumorosi con benefici per l’ambiente. Ottimi risultati ma anche l’occhio ne beneficia. Con loro, agili piroette e planate audaci sono all’ordine del giorno: Gianna e Aria non solo dominano i cieli di Pompei, incutendo timore nei piccioni, ma costituiscono anche un’attrazione per gli amanti degli animali.
Le loro silhouette scure, che si stagliano sul cielo, sono un chiaro segnale di pericolo per gli intrusi alati. Ogni loro apparizione è un vero e proprio balletto tra cielo e terra, una danza aerea che ha lo scopo di proteggere un patrimonio inestimabile. La biotecnologa Paola Barile ed il suo assistente Pasquale Giorgio, responsabili della gestione tecnica del progetto, sottolineano l’importanza di un approccio integrato alla tutela del patrimonio culturale: “La falconeria è uno strumento prezioso per la salvaguardia degli scavi di Pompei, ma è solo una delle tante azioni che stiamo mettendo in campo. La nostra priorità è garantire la conservazione di questo straordinario sito archeologico per le future generazioni”.
Questo progetto – si sottolinea – rappresenta una speranza per il futuro di Pompei, un simbolo di come la natura e la tecnologia possano collaborare per proteggere il nostro patrimonio culturale.