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Determinazione, coraggio e voglia di superare sempre i propri limiti. Mamma e figlio sul set e grandi amici fuori, Gina Amarante e Gennaro De Simone sono tra i protagonisti più amati della fiction “Un Posto al Sole”, che proprio in questi giorni ha tagliato il traguardo delle 6500 puntate. Appena tredicenne, Gennaro è stato catapultato in una realtà che fino a qualche anno fa riusciva solo a sognare e si è ritrovato a destreggiarsi tra scuola, danza e set. “La mia passione – ha spiegato Gennaro – è nata grazie a mia zia, Ludovica Nasti che ha iniziato a recitare quando aveva 11 anni, mi ha avvicinato a questo mondo e mi ha fatto nascere il desiderio di sfidare me stesso provando ad intraprendere questa strada. All’inizio ho fatto tanti provini, di cui molti rifiutati ma non mi sono arreso. Quando ho ricevuto la mail per fare il casting in Un posto al sole, ci credevo e non ci credevo allo stesso tempo perché pensavo sarebbe andata come tutte le altre volte, invece non è stato così. Non dimenticherò mai la scena che ho interpretato al provino perché ero a tavola con quello che è mio padre nella serie e dovevo mangiare questi spaghetti crudi”. Lo sguardo da scugnizzo, il sorriso contagioso e la spontaneità hanno reso ben presto imprescindibile il personaggio di Jimmy . “Jimmy e Gennaro non si somigliano per niente. Il contesto familiare che vive lui è tanto diverso dal mio, la sua è una famiglia molto severa e perfettina, la mia invece no”. “Io e Gina pensiamo che sentirsi dire “sei uguale al personaggio in televisione” – ha poi aggiunto – non sia un complimento perché l’attore deve essere bravo ad immedesimarsi completamente nel ruolo. Se ti vedono “uguale” significa che non ti sei impegnato abbastanza”. La grande disinvoltura di Gennaro De Simone e l’appoggio di mamma Martina, gli hanno permesso di arrivare ad un livello che a molti giovanissimi è precluso. Ciò nonostante, il piccolo Gennaro non molla e continua a studiare per nuovi ruoli perchè dice: “non ho paura dei no”. Più navigata invece l’esperienza di Gina Amarante che nonostante la giovane età, ha calcato il suo primo palco a soli 12 anni e vanta 15 anni di recitazione ed un diploma presso La Ribalta di Napoli. “Questo è un mondo in cui prevalgono sempre le persone che ti dicono no rispetto a quelle che ti dicono sì – ha dichiarato l’attrice ripercorrendo la sua carriera – però posso dire che se ci credi davvero, in qualche modo ce la fai. Io vengo da un piccolo paesino e ho provato questa cosa sulla mia pelle, ciò che dico è frutto della mia stessa esperienza in un luogo che non era forse molto adatto e aperto al mondo dello spettacolo”. Primo grande scoglio per i giovani che vogliono coltivare questo tipo di passioni è infatti molto spesso, il luogo di provenienza. Nonostante ci siano miglioramenti, la cruda realtà è che coloro che vengono da un piccolo paese hanno più difficoltà ad emergere. “Il lavoro da fare affinché soprattutto ai ragazzi, sia data sempre l’opportunità di coltivare le proprie passioni è ancora tanto. Banalmente quando ero più piccola, dove abitavo, non c’era il cinema e i miei genitori dovevano accompagnarmi con l’auto nella città più vicina. Quindi anziché andarci una volta a settimana, ci andavo più di rado. Lo stesso discorso valeva per le accademie di recitazione. Ciò che mi rende felice adesso è aver notato che anche la mia piccola città natale abbia fatto un notevole progresso”. Dal doppio ruolo delle gemelle Micaela e Manuela in Un Posto al sole a Maria di Gomorra, passando per gli innumerevoli spettacoli teatrali, sono tante e disparate le vesti che Gina ha indossato negli anni ma soprattutto sono incredibili le cose che farebbe per interpretare al meglio i suoi personaggi. “Se dovesse servire prendere una laurea per un ruolo, lo farei ad occhi chiusi. Mi spingo sempre al di là dei miei limiti”. Darsi alla sua arte in questa maniera, le è costata spesso molta più fatica nel lasciare il personaggio sul set e tornare alla realtà. “Interpretare tanti ruoli – ha continuato Gina Amarante – ti lascia molto di ognuno di essi. Per quanto io cerchi di non “portarmeli a casa”, è incredibile quanto di loro mi resti dentro. Nell’immediato è davvero difficile uscire dal personaggio. Ricordo il mio ultimo giorno di riprese sul set di Gomorra come quello più pesante emotivamente perché dovevo girare la scena in cui il mio personaggio moriva e non dimenticherò mai di essere tornata a casa non molto convinta di esserci tornata come Gina. È faticoso ma ti arricchisce tanto, è un reciproco scambio”. Da brava napoletana, la giovane attrice non si fa mancare una bella dose di scaramanzia per cui alla richiesta di spulciare nel dietro le quinte qual è il suo rito portafortuna prima di salire sul palco o sul set, risponde così: “Ho una tradizione ma non ve lo dirò. Guardo una cosa a me molto cara e che mi fa stare bene ma dirlo farebbe perdere un pò il senso del mio gesto e poi lo sappiamo bene, nun se po’ mai sapè”.