La storia della classe degli "over": «Non è mai troppo tardi per tornare a studiare»
Castellammare. C’è chi a 40 anni molla tutto e cambia lavoro, chi cambia casa o città, chi si dedica ad una passione per poi raggiungere risultati importanti. Ma c’è anche chi decide di ritornare tra quei banchi di scuola abbandonati troppo presto da ragazzo, per svariati motivi, e conseguire il diploma di maturità. La vita concede sempre una seconda possibilità, e a volte basta saper cogliere le occasioni che si presentano. La storia dei maturandi senza età arriva da Castellammare di Stabia- All’Istituto Vitruvio del rione San Marco, diretto dalla professoressa Angela Cioffi, le classi della scuola serale, coordinate dal professore Rosario Pocobello, dei corsi di Geometra Cat (acronimo di Costruzioni, Ambiente e Territorio) e servizi commerciali hanno concluso ieri mattina gli esami di maturità. Sono le 9 e tutti si ritrovano all’appello per sostenere gli orali: Ciro Vaiano, 55 anni, Tina Di Nuzzo, 27 anni, Giovanna Cannavale, 49 anni, Giuseppina D’Amora, 21 anni, Valentina Cascone 31 anni, Gennaro Criscuolo, 45 anni, Santa Pentangelo, 23 anni, Aniello Ruggiero, 48 anni, Silvio De Rosa, 51 anni, Amalia Cirillo, 36 anni. Uno alla volta hanno presentato alla commissione il proprio elaborato e tutti sono usciti dall’aula con quel sorriso liberatorio, lo stesso di quando si conclude un percorso e si apre una nuova vita. Fuori l’aula l’atmosfera è quasi sempre la stessa, dopo gli esami di maturità: tanto silenzio e sguardi fissi nel vuoto, con la mente che conta quei secondi interminabili che avvicinano il momento del proprio turno. Nel mezzo c’è qualche temerario che rompe quel velo di paura e fa le classiche domande: «Ma secondo voi la domanda di matematica e fisica la fanno? Italiano mica si mette a chiedere Leopardi?». La tensione che poi si è sciolta dopo l’esame orale è risalita in quei secondi, quando il collaboratore scolastico ha sistemato i quadri con i voti nella bacheca della scuola. Tutti si sono ritrovati nel pomeriggio nel parcheggio del Vitruvio, si sono riuniti in cerchio e hanno atteso il momento. Nessuno aveva il coraggio di vedere e alla fine si è sorteggiato. Il più coraggioso arriva davanti la vetrina e legge i voti: qualcuno 80, altri 90, e ben cinque 100. In mezzo a queste due classi, però, ci sono tante storie, tutte diverse, di chi ammette di aver sbagliato ad abbandonare la scuola ma allo stesso tempo è soddisfatto del risultato raggiunto. Testimonianze importanti, che parlano di un tempo che si è fermato e si è riavvolto su se stesso, proprio in un periodo dove tutto scorre più velocemente e ci si sente sempre in ritardo. «Tutto è iniziato per gioco, mi è sempre piaciuta la scuola, la mia famiglia gestiva un bar e dopo la terza media ho preso la decisione sbagliata di non continuare la scuola. Ho sempre lavorato ma ad un certo punto mi è capitata questa opportunità di potermi diplomare a 45 anni perché sentivo che qualcosa mi mancava – racconta Gennaro Criscuolo – E’ una esperienza che consiglio a tutti. Ho riscoperto lo spirito di competizione e che anche alla mia età si può sempre migliorare. In classe si è creato un grande gruppo, ci siamo aiutati l’un l’altro, senza egoismo. I professori sono stati meravigliosi e hanno tirato fuori il meglio da ognuno da noi». C’è anche chi ha ripreso a studiare per aiutare gli altri: «Mi sono messo in gioco diplomandomi come geometra, perché voglio partecipare e offrire le mie competenze a un progetto per l’Africa. È stato un percorso difficile ma i professori mi hanno sempre spronato a non mollare», ha raccontato Aniello Ruggero che a 48 anni potrà portare la sua esperienza di vita e di studio in un’altra parte del Mondo. Tina Di Nuzzo è più giovane, ha 27 anni, e dopo essere tornata tra i banchi di scuola non ha alcuna intenzione di fermarsi alla maturità: «Finalmente dopo anni ho concluso un percorso che avevo iniziato ed ora posso realizzarmi, prima però mi iscriverò all’Università», dice soddisfatta. «Sono mamma di tre figli e lavoratrice di una farmacia, ho scelto di intraprendere la scuola perché da ragazza non mi è stata data l’opportunità, anche perché una volta i genitori erano meno predisposti. Amo le sfide e volevo formarmi e acquisire competenze culturali», racconta Giovanna Cannavale che è tornata tra i banchi di scuola alla soglia dei 50 anni. «Fin da piccolo ho lavorato nell’edilizia e finalmente ho realizzato a 51 anni il sogno di diventare geometra», dice soddisfatto Silvio De Rosa. «Non è mai troppo tardi – annuisce Valentina Cascone – Nella vita c’è sempre una seconda possibilità, basta solo crederci e tutte le difficoltà svaniscono». @riproduzione riservata