Sei italiani su dieci (il 60% esatto del campione) sono convinti che per risolvere il problema delle liste d’attesa occorra assumere più medici e infermieri e oltre la metà (il 56%) ritiene necessario investire più risorse nel settore pubblico per estendere gli orari dei servizi sanitari. Mentre è in corso in Senato l’iter del decreto liste d’attesa licenziato dal governo, Nursind ha voluto coinvolgere direttamente i cittadini su questo tema con una survey commissionata a Swg. “Un sondaggio – commenta il segretario nazionale Andrea Bottega – che rivela da un lato la consapevolezza da parte degli italiani della necessità di interventi concreti e non di misure spot senza risorse e dall’altro anche le loro preoccupazioni sulla tenuta del Ssn. Del resto, il fatto che solo un responder su dieci (11%) sostenga l’ipotesi di un rafforzamento del privato accreditato per abbattere i tempi dei servizi sanitari è spia di un timore crescente nella popolazione circa un progressivo scivolamento verso il privato della sanità”. Dall’indagine emerge altrettanto chiaramente la convinzione da parte dei cittadini del ruolo che potrebbero giocare gli infermieri per contrastare le lunghe liste d’attesa: il 71% del campione crede infatti che tra visite di controllo post ricovero, medicazioni semplici, piccole suture e prescrizione di presidi sanitari, contribuirebbero a snellire i tempi di risposta. Un italiano su cinque pensa addirittura che questa soluzione migliorerebbe di molto la situazione. “Pur volendo, però, il problema numero uno – commenta Bottega – rimane la carenza di professionisti e, ammesso che si voglia assumere personale infermieristico, l’ostacolo da superare è ancora una volta la scarsa attrattività del nostro lavoro. Un appeal sempre più sbiadito che non solo noi, come parte in causa, ma anche gli italiani (l’84%) adducono in primis agli stipendi bassi e a carichi di lavoro eccessivi, oltre che (l’80%) a un irrilevante riconoscimento del valore della professione”.Un comune sentire tra cittadini e infermieri che riguarda anche i timori per il futuro. “Condividiamo con gli italiani le stesse ansie – prosegue il segretario -. Ben nove italiani su dieci si dichiarano preoccupati per la grave carenza di infermieri che si profila nei prossimi anni. E noi lo siamo quanto loro. Come diretta conseguenza di ciò, il 53% degli intervistati da Swg teme una riduzione dei servizi pubblici a favore di quelli privati, mentre il 35% una riduzione della qualità delle prestazioni. E noi non possiamo dare loro torto”. Senza contare che “il 39% del campione paventa un allungamento delle liste d’attesa. Una prospettiva cui guarda con timore anche il Nursind, preoccupato già adesso dagli effetti dell’attuale decreto. Non a caso – conclude Bottega – abbiamo subito messo in guardia governo e Parlamento sul rischio di uno spostamento dei tempi d’attesa dalla fase diagnostica a quella terapeutica”. “Nel piano di abbattimento delle liste di attesa gli infermieri sono trattati come fantasmi. Ma non siamo affatto invisibili. Il Governo continua ad agire come se la risoluzione di tutte le carenze che affliggono il nostro sistema sanitario, dipendesse esclusivamente dalla valorizzazione della professione medica”. Così in una nota il presidente nazionale del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma. “Ci sentiamo trattati come veri e propri fantasmi, eppure ogni giorno dimostriamo sul campo, di meritare, legittimamente, forti di competenze ed esperienza, un ruolo da protagonisti nel presente e nel futuro del nostro sistema salute”, evidenzia. “Veniamo a conoscenza che, da parte della maggioranza, e nello specifico di due esponenti di Fratelli d’Italia, i senatori Satta e Mancini, che tra i tanti emendamenti presentati presso la Commissione Sanità del Senato, al fine di integrare o modificare il decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, ovvero quello sull’abbattimento delle liste di attesa, ne è stato presentato uno che ci lascia davvero attoniti. L’emendamento – chiarisce De Palma – in questione, il 4.0.2, che rientra tra quelli presentati da Fratelli d’Italia, prevederebbe, il condizionale è d’obbligo, la possibilità, di sbloccare parzialmente l’incompatibilità prevista per i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale (legge 412 / 1991), al fine, si legge ‘di aumentare la produttività e l’aumento del volume delle prestazioni e la conseguente riduzione delle liste d’attesa all’interno delle strutture del Ssn’, permettendo quindi loro di interagire anche con le strutture sanitarie private accreditate. Accogliamo con sorpresa e amarezza questa iniziativa, e ci auguriamo, vivamente, che questo Governo ci chiarisca, una volta per tutte, le proprie intenzioni sul futuro degli infermieri e delle altre professioni dell’area non medica” spiega De Palma. “Prendiamo atto, e non lo abbiamo mai nascosto, denunciandolo più volte alla collettività, che certa parte della politica continua a mettere al centro del proprio progetto esclusivamente la dirigenza medica, e in particolar modo, in relazione al recente piano di abbattimento delle liste di attesa, dimostra – rimarca il presidente del Nursing Up – di non avere compreso che i medici, da soli, non possono certo risolvere la crisi della nostra sanità, ma, per ridurre i tempi biblici di esami, visite specialistiche e ricoveri, c’è bisogno dell’apporto di tutti i professionisti che compongono leéequipe sanitarie. In merito proprio alle liste di attesa, nella recente audizione in Senato, siamo stati quelli che hanno sollevato, e non è certo la prima volta, la necessità di sbloccare finalmente il vincolo di esclusività, allargando la libera professione anche agli infermieri ed ai professionisti ex legge 43 del 2006” accusa De Palma. “Ci piacerebbe sapere, a questo punto, quando potremo leggere una proposta concreta che riguarda i professionisti dell’assistenza, nella speranza che, la libera professione degli infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006, senza vincoli e ostacoli di alcun genere, al pari di quella dei medici, non resti solo una possibilità proficua per il sistema, ma purtroppo sottovalutata dalla politica”, conclude.
CRONACA
5 luglio 2024
Caos liste d’attesa, il 60% degli italiani chiede più assunzioni di medici e infermieri