Maxi blitz a Napoli. Guardia di Finanza, carabinieri e polizia stanno eseguendo, contestualmente, una serie di provvedimenti cautelari nei confronti di diversi soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso. Ben 19 sono le misure cautelari notificate di cui, 16 messe in atto dalla polizia e 3 dai carabinieri.
Nel primo caso, la polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare custodiale, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, per 16 soggetti con l’accusa di omicidio, lesioni, esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di sostanza stupefacente, commessi per agevolare il clan Lo Russo e con l’aggravante del metodo mafioso.
L’attività investigativa condotta, dal febbraio 2021 al 2022, dagli agenti della squadra mobile della questura di Napoli, Sezione “Catturandi”, e del commissariato P.S. di Scampia, con l’ausilio della Squadra Mobile di Perugia e dei Commissariati di P.S. di Giugliano e di Anzio, ha consentito di raccogliere elementi probatori in ordine all’esistenza, struttura e operatività “dei gruppi criminali Scognamiglio e Pecorelli, entrambi articolazioni del clan Lo Russo i quali, con estrema ferocia, si sono contesi la leadership nei quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella”.
Le indagini condotte dal nucleo operativo Napoli Vomero a partire dall’anno 2020 hanno consentito di “accertare il perdurante legame tra gli elementi di spicco del gruppo Cifrone, disarticolato da pregresse misure cautelari, e le nuove leve dei gruppi emergenti e contrapposti Scognamiglio e Catone-Pecorelli, quest’ultimo erede diretto dei Cifrone”.
Il Gico del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con lo Scico e con la Compagnia Capodichino della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 20 soggetti indagati “per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa del clan Lo Russo”.
L’attività investigativa avrebbe permesso di accertare come un soggetto apicale del sodalizio, benché recluso dal 2010 in seguito ad una condanna all’ergastolo per omicidio, “abbia continuato ad impartire direttive agli affiliati per continuare a riscuotere i proventi delle attività estorsive utili allo sviluppo dell’organizzazione”. L’uomo avrebbe, inoltre, gestito occultamente “tre società e una ditta individuale esercenti le attività di commercio all’ingrosso di pellame, bar, lavanderia e autotrasporto, nonché un circolo ricreativo, veicolando dal carcere direttive tese al reimpiego di capitali illeciti sia nelle imprese di cui era socio occulto, sia in beni mobili e immobili intestati fittiziamente a terzi, nonché in orologi di lusso acquistati anche all’estero (Dubai) con pagamenti in criptovaluta”.
Infine, grazie ad una notevole disponibilità di denaro contante, avrebbe concesso prestiti a tassi usurari a imprenditori in difficoltà pretendendone la restituzione con metodo mafioso. Su queste basi, sono stati sottoposti a sequestro 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore e 90 rapporti finanziari per un valore stimato di circa 8 milioni di euro.