Pagani/Nocera. Grazie al vincolo di appartenenza alla cosca che fu di Alfieri e Galasso, Rosario Giugliano ‘o minorenne – oggi collaboratore di giustizia – sarebbe riuscito a imporre il pizzo ad aziende dell’Agro Nocerino dopo essersi alleato con il clan della Lamia di Pagani Fezza De Vivo. Emerge dall’ordinanza che ha portato al blitz con 23 arresti. Carlo Cordiano e Gianluca Tortora (con Zuccherino Manzella) avrebbero riscosso le tangente agli imprenditori. Felice Aquino di Boscoreale avrebbe fornito il suo appoggio militare a quelli del gruppo Giugliano. Giuseppe Nappo sarebbe stato persona di fiducia del gruppo. Buono invece avrebbe partecipato sopralluoghi e occultato le armi del tentato omicidio di Carmine Amoruso a San Marzano sul Sarno.
L’industriale nel campo della plastica Stefano Gambardella (ex dirigente della Nocerina calcio) avrebbe consentito le infiltrazioni nel comparto industriale di Fosso Imperatore, favorendo il clan per convocare le vittime da sottoporre ad estorsione. Il neomelodico Alfonso Zuccherino Manzella (figlioccio di Giugliano) sarebbe stato uno degli esattori del pizzo.
Tra le aziende vittima di estorsione una di autotrasporti tra Pagani e San Marzano sul Sarno, un altro operatore economico paganese del settore edile, il titolare di una ditta di logistica tra le più importanti dell’Agro nocerino. Vittima anche un industriale conserviero di Scafati che sarebbe stato costretto a pagare una tangente da 40mila euro.
E neppure le onoranze funebri sarebbero state risparmiate con elargizioni fino a 70mila euro. Tra le estorsioni della cosca emerge quella a un imprenditore paganese a cui Giugliano aveva chiesto 5mila euro al mese ma che non avrebbe potuto onorare la cifra perchè già “sotto pizzo” con dei soldi che mensilmente versava a Francesco Fezza. E per rispetto al gruppo dei paganesi Giugliano avrebbe mitigato le pretese arrivando a chiedere 2mila euro al mese. Dall’ordinanza viene fuori anche la figura dell’86enne di Poggiomarino Francesco Vastola il quale viene definito dagli inquirenti “gli occhi di Giugliano”.
Per lui (“pericoloso nonostante l’età”) arresti domiciliari. Avrebbe offerto il proprio terreno agli uomini del clan per le riunioni ma non solo perchè avrebbe anche nascosto i summit di camorra apponendo il proprio camion davanti all’ingresso evitando occhi indiscreti dall’esterno. E nel terreno di proprietà avrebbe anche nascosto armi della cosca servite per gli agguati. Tra oggi e lunedì il via agli interrogatori di garanzia per i 23 arrestati di cui 22 in carcere.
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