Continua il braccio di ferro tra De Luca e Meloni in quello che è diventato uno stucchevole scambio di battute tra il governatore della Campania e il premier. Una vicenda che non fa onore a nessuna delle due autorità, e che fotografa il lento declino politico nel nostro Paese. Intanto, il presidente della Regione chiede un dibattito pubblico dopo le accuse sessiste mosse in Tv dal capo del governo. «Ho sfidato più di una volta il ministro Fitto a un dibattito pubblico, ma il ministro Fitto scappa. Ne approfitto per rivolgere lo stesso appello, lo stesso invito, all’onorevole Meloni: facciamo un bel dibattito pubblico, dove e come ritiene, sui fondi di coesione, l’attività della Campania. Facciamo un dibattito, tanto io non sono candidato alle europee, non credo che ci siano problemi di par condicio, non si prende collera nessuno».
Poi è tornato sul saluto di Caivano: «La presidente del Consiglio ha aspettato quattro mesi per la sua vendetta», riferendosi al suo fuorionda registrato a Roma. «Ho provato a immaginare quanta sofferenza abbia dovuto vivere, quattro mesi di rosicamento, per preparare quella grande performance di Caivano. A un certo punto mi veniva quasi un sentimento di solidarietà nel vedere una donna soffrire in questo modo. Mi sono ricordato delle notti insonni dell’Innominato dopo il colloquio con Lucia. Non prendeva sonno la notte… i tormenti. A lei la mia solidarietà per la sofferenza vissuta in questi mesi, però si rilassi e si dedichi a cose un po’ più concrete».
Quindi il nuovo appello, questo sì, più serio, sui Fondi di Coesione. «Faccio una sola domanda a Meloni: quando firmi l’accordo di coesione con la Campania? La stessa domanda che sto rivolgendo da mesi al ministro Fitto. Questa è la semplice domanda che pongo: quando vi decidete a firmare l’accordo di coesione?»