LEGGE PINTO Fallimento Deiulemar, arrivano i risarcimenti per il processo-lumaca
Torre del Greco. Procedura-lumaca per il fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione: arrivano i primi risarcimenti per gli ex obbligazionisti travolti dal crac da 800 milioni di euro dell’ex fiore all’occhiello dell’economia all’ombra del Vesuvio. Sono gli effetti della cosiddetta «legge Pinto» invocata da diversi difensori dell’esercito di risparmiatori per vedere riconosciuta l’equa riparazione per il mancato rispetto del «termine ragionevole» della durata del processo.
Il calvario infinito
Il crac della Deiulemar compagnia di navigazione venne deciso dal giudice Massimo Palescandolo del tribunale di Torre Annunziata il 2 maggio del 2012 e solo nelle ultime settimane la curatela fallimentare ha avviato l’iter per la chiusura della procedura. Un calvario durato la bellezza di 12 anni – durante cui le vittime degli armatori-vampiri hanno recuperato intorno al 25% delle somme investite nell’ex banca privata di Torre del Greco – esattamente il doppio del «termine ragionevole» previsto dalla «legge Pinto». Di qui, l’idea di alcuni avvocati di presentare ricorsi ad hoc per ottenere il risarcimento del danno per i propri assistiti.
L’ultima sentenza
Proprio la scorsa settimana è stato definito davanti ai giudici dell’ottava sezione civile della corte d’appello di Napoli il ricorso presentato – attraverso l’avvocato Raimondo Nappo e l’avvocato Gianpiero Pasquariello – da cinque ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, ammessi all’elenco dei creditori con somme variabili tra i 10.000 euro e i 170.000 euro. Sulla scorta del ricorso articolato dei due legali, i giudici hanno ritenuto fondata la richiesta di equa riparazione avanzata dai risparmiatori impantanati nella procedura-lumaca, calcolata a partire dalla data di ammissione di insinuazione al passivo. Per alcuni risparmiatori è stato calcolato un «ritardo» del termine ragionevole del processo di quattro anni, mentre per alcuni gli anni di «ritardo» sono stati cinque. Per ogni anno (e a seconda delle cifre «investite» nella Deiulemar compagnia di navigazione) sono stati calcolati gli indennizzi spettanti ai ricorrenti.
I risarcimenti
Nel dettaglio, come si evince dal decreto ottenuto dall’avvocato Raimondo Nappo e dal collega, i giudici hanno riconosciuto un indennizzo di 400 euro l’anno per chi aveva investito 10.000 euro e di 500 euro l’anno per chi aveva investito intorno ai 20.000 euro. L’indennizzo più alto – 700 euro per ogni anno di ritardo rispetto al termine ragionevole del processo – è stato riconosciuto a un ex obbligazionista con credito ammesso al passivo di circa 170.000 euro. In tutto il ministero della giustizia – salvo impugnazioni – dovrà pagare a 5 risparmiatori circa 11.50 euro complessivi.
Il passo avanti
Difficilmente, tuttavia, il ministero della giustizia dovrebbe impugnare il decreto. Perché alcune istanze-pilota – presentate dall’avvocato Marcello Ambrosino a fine 2023 – hanno già superato lo «scoglio» del ricorso. Non a caso, già da qualche settimana diversi legali – a partire dai rappresentanti dell’Adusbef guidati dall’avvocato Raffaele Scognamiglio in collaborazione con l’avvocato Teresa Iacomino – stanno raccogliendo gli incarichi dai propri assistiti per vedere riconosciuto il diritto a un equo indennizzo per la durata record del fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione.
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