Il fantasma di Vincenzo Ascione si aggira beffardo nel centrosinistra di Corrado Cuccurullo. Compare e scompare, fa capolino sulle bacheche social, lancia messaggi criptici, fa di tutto per essere notato, dai suoi fedelissimi e dai suoi detrattori. E’ come se volesse ricordare a tutti che lui è ancora lì, sulla scena, che non è un libro chiuso da riporre in soffitta. Alla faccia dello scioglimento, alla faccia dell’inchiesta della Dda. Da alcune settimane, l’ex primo cittadino spedito a casa da un provvedimento del consiglio dei ministri sulla base della relazione della commissione d’accesso, sta sfruttando abilmente la posizione ambigua di una coalizione che non ha mai preso pubblicamente le distanze da lui, anzi, che con ogni probabilità ha interloquito con lui nella speranza di mettere in cassaforte qualche migliaio di voti nel quartiere Rovigliano. Ascione non si accontenta di restare nell’ombra, si rifiuta di elaborare il lutto dopo la sua morte politica. E allora le sta tentando tutte per restare sulla scena. Prima ha messo in piedi la lista “Agorà”, nascondendosi dietro i suoi fedelissimi, quindi, una volta messo alla porta da Carmine Alfano, leader dell’Alleanza Straordinaria, ha tentato di riallacciare i rapporti nel centrosinistra aggrappandosi all’ariete Gaetano Veltro che in piena zona Cesarini ha abbandonato Alfano e ha abbracciato Cuccurullo. Poi, proprio nel giorno dell’inaugurazione del comitato elettorale del candidato sindaco ha scelto di far sapere a tutti di essere uno dei registi dell’alleanza Verdi-Più Europa invitando tutti i suoi contatti social ad iscriversi alla lista che in poche ore, una volta esploso il clamore, s’è disintegrata. Infine, la mossa di qualche ore fa, l’invito inviato a tutti i suoi “amici” di Facebook a sostenere “Più Europa” a sostegno di Corrado Cuccurullo. E’ chiaro che dietro ogni mossa dell’ex sindaco c’è una stategia: è una sfida a chi vorrebbe prendere le distanze dalla sua figura, forse è un tentativo per ricordare a tutti che il passato è rimasto pericolosamente lì, irrisolto, oppure è un modo per far capire che non gli si può chiedere sostegno mettendolo in un angolino della scena per ovvi motivi di opportunità. Di sicuro, l’ex sindaco vuole sottolineare quelli che potrebbero essere i collegamenti, più o meno forti, con i protagonisti di questo centrosinistra impegnato per le amministrative torresi. Molti dei suoi fedelissimi, tra ex assessori ed ex consiglieri, sono ancora in campo, così come è in campo c’è Mario Casillo, il suo più importante sponsor per l’ascesa a Palazzo Criscuolo, colui che non ha mai fatto autocritica, che non ha mai chiesto scusa alla città per aver puntato su uomini sbagliati per il rilancio di Torre Annunziata, tutti indagati per associazione mafiosa, tutti travolti dalla relazione della commissione d’accesso che ha portato allo scioglimento: Vincenzo Ascione, il suo vice Luigi Amendola, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Raiola e, ovviamente, l’ex capo dell’ufficio tecnico, Nunzio Ariano. Vincenzo Ascione si propone insomma come la spina nel fianco di Corrado Cuccurullo, e fa di tutto per essere una presenza imbarazzante sulla strada che dovrebbe condurre alla rigenerazione politica. Ci riesce forte di una grave responsabilità del centrosinistra che rischia di diventarne il tallone d’Achille, ovvero quella ritrosia a fare i conti con il suo passato, l’incapacità di saper analizzare le proprie responsabilità, quell’ostinato silenzio che ha accompagnato i mesi del commissariamento al punto da alimentare equivoci e ombre nelle quali i fantasmi, proverbialmente, trovano casa.E a proposito di casa, in quella del Pd torrese cambia il vertice: Giuseppe Manto, candidato al consiglio, si dimette dal ruolo di segretario, al suo posto un reggente, il presidente del circolo Giampiero Nitrato Izzo.
CRONACA
15 maggio 2024
Torre al voto, il fantasma dell’ex sindaco agita il centrosinistra