“C’è stato un tempo nella vita del nostro Paese, nel quale giovani, intellettuali, operai, hanno deciso che la libertà valeva anche la vita dell’essere umano. Dunque, questo è un messaggio che dobbiamo assolutamente rimparare per creare solidarietà, unità, ma anche per ricordare ai giovani che si viveda uomini liberi, altrimenti non si è uomini”: parole importanti quelle espresse dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del Comicon a Napoli. “Il 25 aprile è una data attuale. Per molti anni il 25 aprile è stata anche una scadenza banale, burocratica, rituale. Avevamo quasi perduto il valore del 25 aprile. Le vicende di quest’ultimo periodo ci hanno obbligato a riscoprire il valore irrinunciabile dell’antifascismo”, continua De Luca, “il fascismo è anche la propensione alla violenza, al non rispetto della verità quando si parla, quando si comunica”. A far scattare il campanello d’allarme, il discusso caso Scurati: “Le vicende di quest’ultimo periodo ci hanno obbligato a riscoprire il valore irrinunciabile dell’antifascismo”, sottolinea il Presidente della Regione Campania. Antonio Scurati ha ricevuto, da parte della Rai, l’impedimento nel recitare il suo monologo in vista del 25 aprile. Una mossa che, nello scacchiere di Fratelli d’Italia, è risultata oggetto di controversia: se da un lato, l’ombra del disagio ha ricoperto Fdl, dall’altro, la mossa del del Premier Giorgia Meloni, ha mostrato tempestività. Il Presidente del Consiglio ha infatti, all’indomani della decisione Rai di impedire ad Antonio Scurati di pronunciare il suo monologo per il 25 aprile, ha scelto di pubblicare il testo integrale scritto da quest’ultimo. “I valori dell’antifascismo, a fondamento della nostra Costituzione repubblicana, devono essere costantemente difesi e rinnovati. Anche nel nostro Paese stanno emergendo concreti rischi di una restrizione degli spazi democratici e di uno stravolgimento dello spirito e della lettera della nostra Costituzione”: questo è quanto afferma “La Via Maestra” in una nota. “La Via Maestra” sarà infatti presente, insieme alle 160 organizzazioni e associazioni che si battono per la difesa e l’affermazione della democrazia costituzionale, alla manifestazione promossa dall’Anpi domani. Prossimo appuntamento il 25 maggio a Napoli. Nella giornata del 25 aprile, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, alla presenza delle autorità civili, militari, religiose e delle associazioni combattentistiche e d’Arma, parteciperà alle manifestazioni celebrative del 79esimo anniversario della Liberazione che si articoleranno in due distinte cerimonie di deposizione di corone ai Caduti secondo il seguente programma: ore 10.15 al Mausoleo di Posillipo – Sacrario ai Caduti; ore 11.15 in Piazza Carita’ – Monumento a Salvo D’Acquisto. Diventa dunque necessario ricordare che, ogni cittadino italiano ha il compito di proteggere ciò che più caro abbiamo tra le mani: la nostra, imprescindibile, libertà. “Tutti gli uomini nascono liberi e uguali, in dignità e diritti”, recita così l’articolo uno della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Essere liberi, un valore o un diritto scontato? Sono passati 79 anni da quando, il 25 aprile 1945, l’Italia venne liberata dal governo fascista e dall’occupazione nazista. La guerra è finalmente cessata: violenze ed orrori sono svaniti. Nell’aria si respira l’intenso profumo di libertà. Se ne parla tanto di questa, ci accompagna quotidianamente in ogni momento della nostra vita, ma quanto, a dire il vero, le rendiamo onore? Libertà, una parola che racchiude in sé elementi controversi: fa parte di noi, ci rende portatori di un tesoro prezioso. Se da un lato consideriamo la libertà come un valore inestimabile, dall’altro, quest’ultima viene gettata nel confuso ciclone in cui gira la nostra quotidianità. Spesso, inglobati dalla frenetica routine, poggiamo la testa sul cuscino immaginando un mondo costantemente libero, dimenticandoci di come, da quanto la storia insegna, la libertà è stata spesso, forse troppo, messa in disparte. Scenari di guerra, carri armati in strada come fossero biciclette: dalle donne ai bambini, tutti, nessuno che mancasse all’appello, vivevano sotto una costante nuvola dalla quale scorrevano gocce fatte di stress e terrore. Facendo un passo indietro nel tempo, identificandosi nei panni di tutti coloro che la guerra l’hanno vista con i propri occhi e pagata con la loro stessa vita, si percepisce come, il nostro mondo utopico fatto di libertà sopra ogni cosa, è solo un’illusione. Ed è questo il tema oggetto del dibattito al di là di ogni strumentalizzazione politica, mettendo al centro i valori.
CRONACA
24 aprile 2024
Il duello sul 25 aprile: «Sia festa antifascista»