Gragnano. Omicidio di Nicholas, diventano definitive le condanne inflitte a Ciro Di Lauro e Maurizio Apicella, responsabili della morte del 17enne, avvenuta la notte del 25 maggio 2020 in via Vittorio Veneto. Ieri infatti la Suprema Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria, confermando le condanne inflitte in primo e secondo grado a Maurizio Apicella (18 anni) e Ciro Di Lauro (9 anni e 4 mesi), autori materiali del delitto. Un esito non scontato, dal momento che dopo l’illustrazione delle impugnazioni proposte dagli imputati tramite i rispettivi legali, il Procuratore generale aveva chiesto che la sentenza venisse annullata con rinvio, in quanto a proprio parere non era stato adeguata- mente motivato il dolo. Ed aveva argomentato sostenendo che la condotta, così come descritta dalla Corte di assise di, «non palesava un chiaro intento omicidiario in capo agli imputati nel momento che hanno posto in essere le loro condotte», come si desumeva dal fatto che alla vittima era stata sferrata una sola coltellata, e che il tempo in cui si era consumata la lite era stato brevissimo. Un insieme di elementi che a suo avviso rendeva- no necessaria una nuova valutazione delle condotte di Apicella e Di Lauro. Con una conseguente, inevitabile, riduzione del- le condanne inflitte in precedenza. Una testi respinta con forza dagli avvocati di parte civile – la madre e il fratello di Nicholas – gli avvocati Giovanni Zara e Raffaele Attanasio (di Pompei). L’avvocato Attanasio in particolare ha ribadito come le conclusioni del Procuratore Generale non tenessero conto dell’inseguimento che si era consumato ai danni di Nicholas Di Martino e Carlo Langellotti prima dell’omicidio, e inoltre che i due imputati fossero animati da una chiara volontà di com- mettere ciò che hanno fatto, come si desume anche dalle modalità con cui hanno infierito sul Nicholas, pestato prima e poi accoltellato. Ed anche quando il ragazzino era finito a terra avevano continuato a picchiarlo con calci alla testa. Tutto si sarebbe consumato in pochissimo tempo – ha chiamati Attanasio – perché i protagonisti della vicenda si trovavano in una pubblica strada, in pieno centro cittadino, e quindi era alto il rischio di essere visti o che sopraggiungesse qualche auto. Le difese degli imputati, associandosi alla richiesta del Procuratore Generale, hanno insistito per l’accoglimento dei ricorsi sostenendo la tesi della legittima difesa ad una aggressione partita da Langellotti e da Di Martino. Dopo una lunga camera di consiglio, la Suprema Corte ha deciso di con- fermare la sentenza di secondo grado (18 anni ad Apicella e 9 anni e 4 mesi a Di Lauro) che tiene conto della riduzione per la scelta del rito abbreviato. Una decisione che mette la parola fine dal punto di vista giudiziario a una vicenda di inaudita violenza che ha sconvolto la città.
CRONACA
20 aprile 2024
Omicidio di Nicholas Di Martino, le condanne degli assassini diventano definitive
Il verdetto della Cassazione conferma 18 anni di carcere per Maurizio Apicella e 9 anni e 4 mesi per Ciro Di Lauro